Nazionalità italiana, età 32 anni, città di origine Firenze, nome di battaglia “Tekosher” il lottatore… Ecco in poco più di una riga quello che forse Lorenzo Orsetti avrebbe detto per presentarsi e presentare la sua storia. Una storia diversa, rara, per certi versi originale. C’è la necessità di lasciare il proprio Paese, la propria gente, la famiglia, e tutto per sposare la causa di un popolo lontano, nemmeno particolarmente affine per usi e tradizioni. Un popolo di cui quasi nessuno in Italia conosce la lingua, e magari che fatica anche a individuare su una mappa, perché si tratta di un popolo sembrato e bistrattato, perseguitato di qua e di là, scacciato da varie frontiere, che deve guadagnarsi col sangue ogni centimetro della terra su cui vivere e che nessuno accetta di riconoscergli come sua.
I Curdi sono un gruppo etnico dislocato nella parte settentrionale e nord occidentale della Mesopotamia, regione del vicino Oriente, parte della cosiddetta Mezza Luna Fertile, la zona compresa tra il Tigri e l’Eufrate, due fiumi bacino di una grande e antica civiltà. Attualmente quell’area è divisa tra vari stati quali l’Iran, l’Iraq, la Siria, la Turchia e, in misura minore, l’ Armenia. L’area è anche conosciuta e indicata col termine di Kurdistan, la terra dei Kurdi. Solo che i Curdi una terra vera e propria non ce l’hanno. Sono il gruppo etnico più numeroso al mondo (se ne stimano in tutto il globo dai 20 ai 30 milioni) privo di un’unità nazionale. E per centinaia d’anni i Curdi hanno tentato di veder riconosciuta la loro terra con la creazione di uno stato indipendente, ma non avendo loro le leva che sono state riconosciute agli israeliani, non ci sono mai riusciti. E sì che con loro non sarebbe stato necessario sottrarre territori a nessuno, visto che i Curdi quelle terre che volevano riconosciute le occupano già da sempre. Tuttavia i governi degli stati che li ospitano in numero significativo, si sono sempre opposti attivamente all’idea di uno stato curdo, in molti casi usando le maniere forti o tentando addirittura lo sterminio etnico, come hanno fatto i Turchi (circa un milione e mezzo di esseri umani sterminati e ignorati dalla storia).
Ma sarebbe lungo e complicato raccontare qui dei Curdi, della loro storia e delle vicissitudini. Ricordiamo però, in questo caso, come nella recente crisi con lo Stato Islamico che ha trascinato in una guerra sanguinosa oltre ogni dire tutti quei territori, i Curdi non abbiano fatto un passo indietro quando si è trattato di difendere il Curdistan iracheno nel 2011, dopo che lo Stato Islamico aveva conquistato Mosul e tentava di allargare la propria influenza in quella zona. Allora fu fermato sul terreno dai Curdi – in quel caso specifico quelli del PKK – che installati alla difesa del campo profughi di Mahumur impedirono la caduta anche di Erbil.
Da allora quel popolo bistrattato continua a combattere. Giovani uomini e giovani donne muoiono ogni giorno su quei fronti, considerati attualmente come i migliori alleati di un Occidente imbambolato, diviso tra gli affari sporchi con la Turchia e con vari regimi reazionari della zona.
E’ tra questa gente che Lorenzo Orsetti ha deciso di spendere la sua giovane vita. La fotografia del suo cadavere, e dei documenti è stata diffusa direttamente dall’ISIS, con la spiegazione che si tratta di un italiano ucciso durante l’assedio di Baghuz, ultima roccaforte siriana dello Stato islamico. L’immagine della sua carta di credito e della tessera sanitaria, sono state accompagnate dalla scritta in arabo: “Ecco il crociato italiano ucciso negli scontri in corso a Baghuz”.
Disperati la madre e il padre del ragazzo, che l’avevano visto partire un anno e mezzo fa, convinto di voler andare a tutti i costi ad aiutare un popolo oppresso di cui nessuno si fa carico. “Siamo orgogliosi di lui” dice il padre, “Ma siamo anche distrutti dal dolore. Da quando se n’è andato , abbiamo vissuto nell’ansia ogni volta che non lo sentivamo per qualche giorno. Poi ci hanno comunicato la notizia che più temevamo… “, ha aggiunto l’uomo tra le lacrime, concludendo poi: “Quando decise di andare a combattere per i curdi, mio figlio ci disse che voleva fare qualcosa per loro, non voleva rimanere senza fare nulla, voleva aiutarli nella loro causa. Da tempo gli dicevamo di tornare, che la sua parte ormai l’aveva fatta, ma non voleva lasciare la sua squadra, che è morta tutta insieme a lui”. A dare al padre di Lorenzo tutti i dettagli, ci ha pensato il comandante curdo sotto il cui comando il giovane prestava servizio. “Mi ha telefonato il comandante curdo”, ha raccontato Alessandro Orsetti, “e mi ha detto che il gruppo di Lorenzo è stato circondato e sterminato. Lorenzo cercava una causa in cui coinvolgersi, non sopportava di stare, come diceva lui, nel menefreghismo. Desiderava dare una svolta alla sua vita e già tre-quattro anni fa si interessava dei curdi e della loro condizione”.
Orsetti è il secondo italiano militante nelle fila delle forze curde e ucciso in Siria dopo Giovanni Francesco Asperti, il 50enne noto con il nome di battaglia di “Hiwa Bosco” e morto il 7 dicembre.