L’ossessiva ricerca della bellezza perfetta e dell’eterna giovinezza

Il mercato della chirurgia estetica rappresenta in Italia il 2,2% del mercato globale, circa 277,55 milioni di euro. Dopo un piccolo rallentamento a causa della pandemia ha iniziato a riprendersi, con una particolare impennata dei giovani alla ricerca di trattamenti preventivi in particolare contro l’invecchiamento. Le sostanze iniettabili dominano il mercato italiano, in particolare l’acido ialuronico, che rappresenta il 56,4% delle procedure in viso.

L’aumento dell’uso della medicina estetica tra i giovani è principalmente dovuto all’influenza diretta o subliminale dei social media. La sua diffusione ha influenzato notevolmente la concezione di bellezza e il senso estetico. In Italia, il mercato dei trattamenti estetici è in crescita in tutte le fasce d’età, incluse quelle di giovani e giovanissimi. Una maggioranza significativa (tra l’80 e il 90%) delle procedure di medicina estetica è dominata dalle donne. Tuttavia, l’interesse degli uomini è notevolmente aumentato, con richieste di trattamenti non chirurgici in crescita di oltre il 25% dal 2008. La fascia d’età 19-34 rappresenta una parte significativa del mercato, con il 40-45% delle procedure, ed è particolarmente suscettibile alle mode e ai trend sociali. Anche la fascia d’età 35-50 anni rappresenta una parte consistente, con il 35-40% delle procedure, indicando un aumento della domanda di trattamenti preventivi prima di raggiungere la mezza età. Tra i trattamenti più richiesti ci sono quelli di ringiovanimento facciale e prevenzione dell’invecchiamento, insieme all’epilazione permanente, ai trattamenti anticellulite e alla rimozione non chirurgica del grasso. I social media, la moda e la cultura pop propongono modelli di bellezza sempre più irraggiungibili, spesso alterati digitalmente o ottenuti tramite chirurgia estetica e trattamenti costosi. Questo scenario contribuisce a creare standard estetici irrealistici, alimentando la paura dell’invecchiamento e la convinzione che l’unico modo per mantenere il proprio valore sia restare giovani il più a lungo possibile.

La paura dell’invecchiamento è profondamente radicata nella psiche umana e viene associata a una perdita di bellezza, di capacità cognitive e di autonomia che può generare un’ansia esistenziale. La Gerascofobia è la paura di invecchiare  e può generare episodi di ansia acuta alla sola idea di o quando ci si trova di fronte a segni visibili dell’età, come capelli grigi o rughe. Le persone con gerascofobia possono sperimentare gravi ripercussioni nella loro vita quotidiana. Oltre all’isolamento questa fobia può innescare pensieri e comportamenti ossessivi, come l’uso intensivo di prodotti anti-età, trattamenti di bellezza invasivi o esercizio fisico compulsivo. Spesso le pazienti ricercano un ideale di perfezione sempre più difficile da raggiungere anche perché le icone e i VIP rappresentano un modello al quale guardare con sempre maggiore frequenza.
Dalle richieste di farsi rifare un naso del tutto simile alla principessa Kate Middleton al voler sottoporsi a numerosi interventi di Chirurgia plastica e ritocchi estetici al fine di diventare uguale alla Barbie.

Di fronte a simili esempi, gli esperti ribattono che è evidente come in certi casi il disagio e il mal di vivere possano trovare l’unica risoluzione in una radicale trasformazione del proprio aspetto fisico, nell’impossibile intento di diventare qualcun altro.
E di fronte a queste notizie gli psicologi e i sociologi avvertono: bisogna difendere i giovani, soggetti estremamente vulnerabili in questa società nella quale l’aspetto esteriore ricopre un ruolo schiacciante, affinché i casi estremi raccontati dai media non alimentino tendenze ai disturbi dell’alimentazione, come l’Anoressia o la bulimia.

La chirurgia plastica esagerata (seni enormi, visi innaturalmente “tirati”, labbra esagerate) è un fenomeno macroscopico, non solo fra le star, ma anche fra la gente comune dalle cause molteplici. Canoni di bellezza impossibili da raggiungere ed amplificati dai media e dall’industria della bellezza; l’influenza delle celebrità, ossessionate dall’immagine e che generano tentativi di emulazione; l’influenza dei social media, dove l’uso di filtri e immagini ritoccate crea identità false ma che generano negli altri un senso di inadeguatezza e quindi una spinta ulteriore verso la ricerca di una perfezione irraggiungibile; carenze di autostima che portano alla non accettazione dei difetti o alla loro percezione distorta fino a situazioni patologiche come il Disturbo Dismorfico Corporeo.

La Dismorfofobia è  infatti un disturbo che comporta la totale distorsione della realtà. I soggetti che ne sono affetti si vedono come mostri. È una vera e propria Patologia che distorce totalmente la realtà. I soggetti affetti da questa Patologia si guardano allo specchio e vedono un’immagine di sé che non corrisponde alla realtà: testa deforme, occhi e naso storti e altro ancora. Insomma, chi soffre di Dismorfofobia vive e si vede come se fosse un mostro. La fame di “bellezza” online e i filtri anti “difetti” ha inoltre avuto il potere di rimuovere il valore all’idea di bellezza intesa come autenticità, come unicità. I volti di chi si sottopone ad esagerati interventi di chirurgia plastica appaiono sempre più simili tra loro. Pelle tirata con “effetto occhio di volpe”. Un intervento effettuato con fili di trazione, realizzati con materiale biocompatibili , che hanno un effetto lifting immediato. Gli angoli esterni dell’occhio vengono sollevati per dare un effetto a forma di “mandorla”, caratteristica dell’occhio orientale.

Gli zigomi vengono messi in risalto aumentandone il volume, le labbra gonfiate con i filler sempre di più fino a raggiungere un innaturale effetto a “canotto” o a “papera” e poi ancora extension ai capelli e alle ciglia, tatuaggi semipermanenti a sopracciglia e labbra. Volti “fotocopia” che sono il risultato di una bellezza palesemente non reale a artefatta e un’illusoria ancora di salvezza contro il passare del tempo e una vecchiaia che non si vuole raggiungere. Eppure quei segni sulla nostra pelle sono un privilegio di cui non tutti possono godere a lungo. L’apparire diventa più importante dell’essere e ci si dimentica che la vita è ogni giorno un dono e invecchiare significa aver vissuto.

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Manuela Cunsolo
Manuela Cunsolo
Laurea magistrale in Giurisprudenza, vive a Catania dove attualmente svolge la Pratica forense presso uno studio penale. Alle scuole superiori ha iniziato a fare volontariato in uno dei quartieri disagiati della sua città dando lezioni di doposcuola ai bimbi. Sempre il suo amore per i bambini l'ha spinta a diventare volontaria Abio presso i reparti di pediatria generale, oncologica e broncopneumologia del Policlinico di Catania per circa 10 anni. Il suo sogno è di diventare un avvocato penalista e una mamma.

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