Lotta all’anoressia, l’impegno del centrodestra e le fake news di Repubblica

Tra i temi più seri per i giovani trova spazio sicuramente la lotta ai disturbi alimentari. I numeri sono molto tristi: ad oggi, i dati parlano di 3 milioni e 600 mila pazienti, dei quali 9 su 10 sono donne, ma anche gli uomini affetti stanno crescendo. Il fenomeno, che comprendere sia l’anoressia sia la bulimia, ha avuto un aumento durante gli anni del Covid stimato al 30%. I pazienti sono giovanissimi, la gran parte di essi non supera la maggiore età. I disturbi alimentari dunque sono una vera e propria piaga del momento, trattandosi della seconda causa di morte tra i giovani fino ai 35 anni. Il tema – si capisce – è molto delicato e richiede una corretta informazione. Un dovere non solo per i pazienti, ma principalmente per tutti quei giovani che, per il pregiudizio o per istigazione, non riescono ad avere accesso alle cure. Repubblica però non ci pensa due volte: solo ieri infatti il quotidiano ha pubblicato la notizia di un presunto taglio al fondo di 25 milioni di euro che il governo Draghi aveva stanziato per due anni al fine di contribuire alle spese regionali e dare possibilità anche alle Regioni più arretrare sul tema di avere accesso alle cure. Secondo Repubblica sarebbero già 19 le città in cui le varie associazioni nazionali impegnate sul campo avrebbero organizzato delle manifestazioni contro l’esecutivo.

Già oggi tuttavia Repubblica è costretta a fare retromarcia. L’impressione che si ha leggendo il quotidiano oggi è quella di un ministro della Salute Orazio Schillaci che, solo grazie ai riflettori accessi sul tema, ha iniziato a impegnarsi seriamente per trovare, di riffa o di raffa, i presunti 12 milioni di euro tagliati per rifinanziare l’assistenza. La verità però è un’altra e tra le righe, poche e non entusiastiche, appare: il taglio alle risorse su cui Repubblica ha lanciato lo scoop, non c’è mai stato. Non c’è mai stato perché i fondi stanziati dai precedenti esecutivi non erano strutturali, ma una tantum, dunque destinati alla scadenza. Al contrario di quello che riporta Repubblica, la lotta ai disturbi alimentari è sempre stato un tematica importante per il mondo della destra: già l’anno scorso, durante la giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, fu lanciata da Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, la campagna “Custodisci un sogno che va oltre le aspettative degli altri. La vita ti sorride”. In quell’occasione, sotto la spinta di Fabio Roscani e Chiara La Porta, deputati tra i più giovani e provenienti dal ‘vivaio’, Fratelli d’Italia presentò un disegno di legge che prevede il carcere fino a due anni per chiunque si macchi del reato di istigazione all’anoressia e che inseriva altre importanti figure sociali per il contrasto ai disturbi alimentari, come lo psicologo scolastico. Oggi anche il governo è impegnato sul tema: la volontà dell’esecutivo Meloni è proseguire con il rifinanziamento dell’assistenza per i pazienti affetti da disturbi alimentari, ma non con un’ottica fine a sé stessa. Il governo, forte di una buona stabilità, ambisce, come anche negli altri campi, ad attuare politiche strutturali e durature: è così anche per la lotta ai disturbi alimentari, con i fondi che saranno strutturali, previsti quindi in ogni legge di Bilancio, così da garantire continuità nelle cure a tutti quei giovani per i quali uno stop potrebbe essere un ulteriore danno. Nessun taglio, dunque, a differenza di quanto paventato da Repubblica: sui disturbi alimentari il governo c’è, e l’impegno è quello di dare una risposta netta, stabile e continua a una delle più preoccupanti piaghe delle nuove generazioni.

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