Il Fronte democratico, composto dalle forze della minoranza parlamentare che si oppongono al Governo del comunista Milo Djukanovic, aveva da tempo denunciato la grave situazione che si vive in Montenegro. Ieri, a seguito delle proteste contro l’approvazione della controversa legge sulla libertà religiosa, i parlamentari d’opposizione sono stati arrestati ed hanno avviato lo sciopero della fame per denunciare gli abusi perpetrati dal Partito democratico dei socialisti al governo.
Secondo i filoserbi, tramite questa legge, il Governo di Podgorica mirerebbe a usurpare la Chiesa serba delle sue proprietà sul territorio montenegrino. Qualche mese fa La Voce del Patriota si era occupato della situazione ed aveva intervistato il Segretario Generale del DEMYC, Margherita Saltini, la quale aveva dichiarato la disapprovazione del movimento giovanile per le politiche attuate in Montenegro, Paese al quale l’UE sembra comunque decisa ad aprire le porte. I giovani conservatori europei del DEMYC – Democrat Youth Community of Europe puntavano il dito contro “l’ultimo presidente comunista” rimasto in Europa e le sue politiche liberticide e anti religiose.
Abbiamo raggiunto telefonicamente la Saltini per raccogliere le sue impressioni dopo questi ulteriori sviluppi. “L’arresto di Marko Kovačević e dell’opposizione democratica era una tragedia annunciata e ci lascia basiti. In Montenegro, la repressione di ogni libertà politica e di espressione ha raggiunto i massimi livelli. Poche ore fa, a Niksic, nel corso di manifestazioni sulle nuove leggi contro la Chiese serba, la polizia ha con violenza attaccato e ferito decine di manifestanti, colpevoli di aver esposto una bandiera serba. Marko Kovačević, portavoce del partito Nove Srpske Demokratije e delegato del DEMYC è stato arrestato in base a queste accuse assurde. Come lui, sono stati arrestati vari parlamentari dell’opposizione. Voglio esprimere solidarietà a Marko, liberato poche ore fa, ai membri della Nuova Democrazia Serba e alle vittime dei pestaggi violenti. La democrazia in Montenegro era già in bilico da tempo, come avevo già denunciato su La Voce del Patriota ma ora è finita in frantumi e il responsabile è il Presidente comunista Milo Djukanovic”.
Aleksandar Vucic, Presidente della Serbia, ha espresso preoccupazione per la situazione ed ha auspicato che il sacro patrimonio della Chiesa serba ortodossa non venga toccato. “Posso esprimere la nostra preoccupazione e la speranza che i luoghi sacri della nostra chiesa vengano tutelati. Noi, in linea con le possibilità della diplomazia, tuteleremo i nostri diritti e terremo conto dei nostri obblighi senza violare i diritti dei rispettivi paesi, e cercheremo di aiutare la nostra popolazione e la nostra Chiesa”, ha detto Vucic, come riportato da Agenzia Nova.
“Guardiamo con apprensione quanto succede in Montenegro, Paese che come DEMYC abbiamo scelto per celebrare il nostro ultimo congresso, proprio al fine di conoscere più da vicino la situazione e dimostrare vicinanza ai nostri amici di Nuova Democrazia Serba”, ci dice Javier Hurtado Mira, Presidente del DEMYC. “Il Governo vuole nazionalizzare i beni e le terre della Chiesa serba come avviene solitamente sotto i regimi comunisti. Infatti, Djukanovic è l’ultimo dittatore comunista d’Europa, membro del Partito Socialista Europeo – appartenenza che gli permette di essere tutelato e giustificato. Il DEMYC esprime solidarietà e vicinanza a Marko Kovačević, Portavoce di Nuova Democrazia Serba e nostro membro, a tutto il partito e all’intero Fronte Democratico d’opposizione, che viene liberamente perseguitato. L’Unione Europea non può permettere che avvengano queste cose. Il comunismo mostra ancora una volta la propria faccia antidemocratica ed il disprezzo per la libertà.”
Proprio come Javier Hurtado Mira, anche noi ci chiediamo dove sia l’UE, dove siano le proteste delle democrazie occidentali, sempre pronte ad intervenire a gamba tesa nelle dinamiche interne di taluni Paesi ma assenti quando c’è da prendere posizioni drastiche contro reali violazioni dei diritti umani, come il diritto alla libertà di espressione, di stampa, di parola, di manifestazione. Forse hanno tutti esaurito le proprie forze durante il siparietto che ha visto protagonisti i Commissarie europei, intenti a cimentarsi nel canto, intonando “Bella Ciao”? Questo silenzio ingiustificato risuonerà potente tra coloro che vedono l’UE come un gigante dai piedi d’argilla, incapace sia di portare avanti politiche interne di rispetto e tutela per gli Stati membri che mettano tutti d’accordo sia di essere presente incisivamente sullo scacchiere internazionale, nemmeno quando le problematiche emergono a pochi metri dal cortile di casa.
Continueremo a monitorare la situazione in Montenegro perché è inaccettabile che a pochi giorni dal 2020 ci siano ancora Paesi nei quali si venga arrestati per la propria opposizione politica.