Una suora vittoriana conosciuta come ‘Madre Teresa di Manchester’ sta per diventare la seconda santa dei tempi moderni nella Gran Bretagna. Elizabeth Prout, morta 155 anni fa, è stata salutata dai teologi vaticani come una figura che ha vissuto una vita di ‘ eroica virtù ‘ – un passo fondamentale sulla strada della canonizzazione. È ricordata come un’attivista che ha aperto una catena di scuole per bambini poveri e case per donne indigenti nel nord-ovest industrializzato e , in anticipo sui tempi, fu tra le prime a impegnarsi per insegnare alle donne le abilità per guadagnarsi da vivere, senza così dover dipendere necessariamente da un uomo
La sua causa di santità è stata presentata in Vaticano nel 2008 per essere esaminata dai teologi. Un dossier su di lei deve ora essere esaminato dalle alte gerarchie vaticane che eventualmente chiederanno poi a Papa Francesco di dichiarare ‘venerabile’ Madre Elisabetta. A quel punto, le autorità della chiesa inizieranno la ricerca di prove di due miracoli legati al suo nome, l’ultimo ostacolo da attraversare per raggiungere la santità. La sorella Dominic Savio Hamer, biografa di Elizabeth e membro dell’ordine delle suore da lei fondate, le Passioniste Sisters, ha detto che Elizabeth era pratica, generosa e altruista. Nacque a Shrewsbury il 2 settembre del 1820. Poco si sa della sua infanzia, tranne che era nata da una madre anglicana e da un padre che era un cattolico decaduto. Elisabetta fu battezzata e cresciuta nella tradizione anglicana. I suoi genitori trasferirono la famiglia in cerca di lavoro a Stone, nello Staffordshire, dove suo padre lavorava come collaboratore di un mastro birraio in una birreria di Joule. Elisabetta all’età di vent’anni si convertì al cattolicesimo sotto l’influenza del missionario passionista Dominic Barberi, e di un altro passionista, padre Gaudentius Rossi. La conversione della ragazza fu accolta malamente dai suoi genitori (entrambi convertiti in seguito al cattolicesimo) mentre Elisabetta iniziava a provare una forte attrazione per la vita religiosa tanto che Rossi le consigliò di unirsi alle suore di Gesù Bambino a Northampton. Nel 1848 Elizabeth Prout si unì a questa comunità dove inizialmente trovò una grande felicità, ma la sua salute era scarsa e le sorelle non la ritenevano abbastanza forte per il loro lavoro. Dopo aver trascorso un po’ di tempo con i suoi genitori, la ragazza fece nuovamente appello a Rossi per un consiglio. A quel tempo il Passionista stava creando una missione parrocchiale a St Chad’s a Cheetham Hill, a Manchester e fu lì che Rossi consigliò a Prout di tornarsene a casa, e di andare a insegnare nella scuola parrocchiale. Ed è quello che lei fece, impegnandosi con bambini e adulti sempre nelle zone più povere e degradate di una città industriale come Manchester, che conosceva non poche difficoltà.
I questo ambiente, Elisabetta – prima sorella poi madre Elisabetta – fece crescere la sua reputazione di disponibilità per tutti gli ultimi grazie agli instancabili sforzi che profuse nell’insegnamento, il riparo, l’alimentazione e l’assistenza ai bisognosi e all’ apertura di una catena di scuole e ostelli nelle parti più colpite dalla povertà della regione. Elisabetta fondò una comunità religiosa, che le procurò critiche sia all’interno che all’esterno dell’area cattolica e per le presunte idee rivoluzionarie che, tra l’altro, avrebbero obbligato le suore a guadagnare il proprio stipendio per sostenersi e insegnare ad altre donne come fare lo stesso. L’ordine fu commissariato e poi cancellato dal Vaticano nel 1863. Madre Elisabetta morì di tubercolosi a Saint Helens, nel Lancashire, nel 1864. La diocesi di Shrewsbury l’anno prossimo commemorerà il bicentenario della sua nascita nella sua città natale con un pellegrinaggio in suo onore.