Mai sottovalutare la Cina

Come se non fosse già ampiamente sufficiente la guerra in Ucraina, con tutte le tensioni globali che essa comporta, ora ci si mette anche la Cina a far preoccupare non più e non solo sul piano della scorrettezza commerciale, ma anche su quello delle minacce militari.

La Cina degli ultimi vent’anni almeno è stata capace, con una certa scaltrezza, di aprire il proprio mercato al capitalismo occidentale, vendendosi pure come nazione quantomeno non più ostile nei confronti dell’Occidente nonostante il permanere di un regime dittatoriale di stampo comunista.

In tanti ci sono cascati, sia in America che in Europa, ma chi comanda a Pechino ha in realtà sempre cavalcato le opportunità offerte dall’Occidente per superarlo e soppiantarlo in tutto, dal primato economico-finanziario a quello militare e geopolitico. Il sentimento anti-occidentale cinese, a differenza di quello, per esempio, della Russia di Vladimir Putin o di parti del mondo islamico, è stato però mascherato furbescamente dietro alla coltre del business internazionale.

Per molto tempo la Repubblica popolare cinese è sembrata interessata perlopiù ad ottenere le condizioni migliori per fare soldi e sfruttare aree del pianeta ricche di materie prime, ma preferendo convivere con il gigante americano piuttosto che tentare di ridimensionarne l’influenza globale. Tuttavia, in tempi recenti è venuto fuori il vero volto della Cina che non disdegna un’aggressività anche a livello militare e delle rivendicazioni imperialistiche. Da Hong Kong a Taiwan la Repubblica popolare sta cercando di rinsaldare il proprio dominio su ciò che non è stato e non è, per varie ragioni storiche, omologato al regime comunista.

Il presidente cinese Xi Jinping, durante l’ultimo G20 di Bali, è sembrato desideroso di collaborare con americani ed europei, e non convinto al cento per cento di inseguire a tutti i costi Putin nella sua sciagurata guerra in Ucraina. Ma le zone d’ombra e le ambiguità, anche e soprattutto circa le complicità esistenti fra Russia e Cina, sono innumerevoli. Solo pochi giorni orsono il Wall Street Journal ha segnalato come Pechino stia fornendo a Mosca proprie tecnologie al fine di aiutare la Federazione russa negli sforzi bellici in territorio ucraino.

Quindi, bene hanno fatto gli Stati Uniti a non sottovalutare il sorvolo nei loro cieli del pallone aerostatico cinese e ad abbattere l’oggetto una volta giunto sopra l’Atlantico. Le autorità cinesi hanno parlato di gesto eccessivo da parte del Governo americano perché non si sarebbe trattato di un pallone spia, come riportato dai media occidentali, bensì di un mezzo utilizzato per rilevamenti meteo. Però, guarda caso, il pallone è stato avvistato nel cielo del Montana ed esattamente sopra a dei siti militari. Insomma, il pallone non stava filmando le asperità del Grand Canyon o le spiagge di Miami Beach.

Qualche complottista, anche “de noantri”, che ha sempre bisogno di dipingere un’America paranoica la quale si inventa nemici e minacce, magari avrà pensato ad una messinscena a stelle e strisce utile ad alimentare nuove tensioni con la Cina, dopo quelle in atto fra l’Occidente e la Russia di Putin.

Per alcuni, con una idea di mondo alquanto alla rovescia, la terza guerra mondiale, che Dio ce ne scampi e liberi, potrebbe verificarsi solo a causa delle democrazie, e non già per colpa di autocrazie come quella putiniana, che violano in maniera criminale la sovranità di altri Paesi, e di dittature come quella cinese.

Ricordiamoci quanto è successo l’anno scorso, più o meno in questi giorni. L’intelligence americana lanciò più avvertimenti su una possibile ed imminente invasione militare russa in Ucraina. Gli 007 d’oltreoceano furono derisi da Vladimir Putin in persona, ma non vennero creduti più di tanto nemmeno da alcuni alleati europei. Però, il 24 febbraio del 2022 l’esercito della Federazione russa diede inizio ad un’aggressione che è ancora tristemente in corso.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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