“Il risultato elettorale avrà ricadute importanti a livello nazionale. Questa è la prima Regione guidata da Fratelli d’Italia, è il collegio della leader Meloni, per noi è una bandiera, per la sinistra un presidio da conquistare. Sarà una prova sul nostro governo, un sondaggio sul consenso dei cittadini quando si amministra con i fatti”. È quanto dichiara il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio intervistato dal Secolo d’Italia.
Il presidente Marsilio ripercorre i risultati concreti di 5 anni alla guida di una regione abbandonata che oggi è ripartita. “Ho trovato un Abruzzo dimenticato, emarginato, depresso, fuori dalle direttrici di sviluppo, escluso dai corridoi della viabilità. Oggi abbiamo un Abruzzo che cresce, che dice la sua, protagonista nei tavoli con il governo. Abbiamo messo a terra opere importanti”, dice Marsilio. “Credo di essere l’unico presidente di Regione in Italia ad aver visitato 305 comuni su 305, anche i borghi con poche decine di abitanti”.
“Alle chiacchiere – continua Marsilio dalle colonne de Il Secolo d’Italia – ho sempre preferito i fatti, toccare con mano le realtà, entrare dentro ai problemi per cercare soluzioni appropriate”. La candidatura per il secondo mandato del governatore di Fratelli d’Italia ha coalizzato l’opposizione di centrosinistra che si presenta unita con un cartello che va dal Pd ai grillini, centristi inclusi. “Questo dimostra che l’Abruzzo è un laboratorio politico. Per battermi hanno messo in piedi un campo larghissimo, cosa che non è accaduta in Sardegna, dove se perderanno potranno recriminare sulla mancata unità. Vedremo come andrà finire. Ho buone ragioni per dubitare del loro successo”. E ancora: “Il risultato elettorale avrà ricadute importanti a livello nazionale. Questa è la prima Regione guidata da Fratelli d’Italia, è il collegio della leader Meloni, per noi è una bandiera, per la sinistra un presidio da conquistare. Sarà una prova sul nostro governo, un sondaggio sul consenso dei cittadini quando si amministra con i fatti. Sarà un test anche per gli avversari e sulle possibilità concrete del campo largo per battere la destra”.