Meno tasse e più competitività nel primo DEF del Governo Meloni.

Il primo Documento di Economia e Finanza varato dal Governo Meloni traccia la rotta per il futuro della Nazione all’insegna della stabilità, della credibilità e della crescita

Durante l’ultimo Consiglio dei Ministri dell’11 aprile il Governo Meloni ha varato il suo primo DEF, tracciando “la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita”, così come dichiarato dal premier.

Il Documento persegue tre obiettivi principali per quanto riguarda la politica economica e di bilancio che il Governo intende realizzare nel medio termine:

  • Rilancio dell’economia, attraverso l’individuazione di nuovi interventi a sostegno dei soggetti più vulnerabili, rinunciando gradualmente a quelle misure straordinarie di politica fiscale attuate negli ultimi tre anni;
  • Riduzione del deficit e del debito della pubblica amministrazione in rapporto al prodotto interno lordo (PIL). Il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto in rapporto al PIL già dichiarati a novembre nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB), ossia 4,5 per cento quest’anno, 3,7 per cento nel 2024 e 3,0 per cento nel 2025. L’obiettivo per il 2026 viene posto pari al 2,5 per cento;
  • Sostegno alla ripresa e alla crescita dell’economia italiana, garantendo ai cittadini un benessere economico più elevato di quello dei due decenni scorsi, caratterizzati da una profonda crisi in tal senso.

Nel breve termine, invece, si intende sostenere la crescita segnalata dagli ultimi dati, agendo anche per un contenimento dell’inflazione. Mantenendo il deficit al 4,5 per cento sarà possibile operare un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi già da quest’anno. In questo senso, si sostengono le famiglie e il loro potere d’acquisto, oltre a contribuire alla moderazione della crescita salariale. Unitamente alle misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi.

Grazie alle nuove misure fiscali per il 2023 e 2024 delineate, la crescita del PIL nello scenario programmatico è prevista pari all’1,0 per cento quest’anno e all’1,5 per cento nel 2024. “Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l’Italia si presenta in Europa”, spiega il presidente.

Il DEF segue i principi di affidabilità e responsabilità, fondamentali perché il nostro Paese torni a correre e a competere. Una crescita che il Governo intende raggiungere senza seguire irrealistiche tempistiche, ma lavorando su una crescita graduale e strutturale. E intende farlo senza vessare i cittadini con tasse continue e consistenti, ma anzi attuando delle politiche a sostegno delle famiglie e dei più bisognosi, realizzando un sistema fiscale il cui obiettivo fondamentale è quello di rendere l’Italia più competitiva, senza intaccare il benessere dei suoi cittadini.

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