“Non è possibile che il presidente israeliano non possa visitare la Germania”, soprattutto perché il tutto si basa su un provvedimento reputato “assurdo” emanato dalla Corte penale internazionale. Parola di Friedrich Merz, prossimo e probabile cancelliere della Germania, vincitore delle elezioni delle ultime ore. Uno smacco enorme alla Corte penale internazionale e soprattutto a quella sinistra che è stata prontissima ad accusare di sovranismo e di autoritarismo Donald Trump, che ha inviato sanzioni alla stessa Cpi, e a Giorgia Meloni dopo la vicenda del generale libico Almasri, rispedito in Libia dopo il mandato di arresto internazionale emanato dalla Corte dell’Aja soltanto (stranamente) dopo che l’uomo aveva varcato il confine italiano. Aveva girato per settimane in Europa e dopo circa 100 giorni dalla richiesta dell’accusa, la Corte ha scelto di inviare un mandato d’arresto solo quando il generale era giunto in Italia. La sinistra si era subito scagliata contro il governo, che punto su punto ha smontato le false narrazioni in Parlamento tramite le audizioni di Nordio e di Piantedosi. Il procuratore Lo Voi ha scelto di iscrivere nel registro degli indagati mezzo governo (cosa mai vista prima) dopo la denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, un ex sottosegretario di un governo guidato da Romano Prodi con il quale ha dichiarato di non aver mai parlato. Strano.
Merz: “Nonostante il mandato, sarà libero di entrare in Germania”
Una furia simile si è scagliata anche contro The Donald: nel suo cambiamento radicale imposto agli Stati Uniti (dall’uscita dall’Oms all’avvio dei contatti con la Russia per l’Ucraina), tra i suoi primi atti il presidente statunitense neo eletto ha firmato un ordine esecutivo che emette delle sanzioni alla Corte dell’Aja. Il motivo è quello espresso anche da Merz: “Aver intrapreso azioni illegali e infondate contro l’America e il nostro stretto alleato Israele”. Dunque la decisione: gli Stati Uniti hanno imposto delle limitazioni a funzionari, dipendenti, agenti, loro familiari più stretti e chiunque sia ritenuto aver collaborato al lavoro investigativo della Corte, non potranno più accedere sul suolo statunitense. In più, la Casa Bianca ha disposto il congelamento di tutti i beni della Cpi negli Stati Uniti. La risposta dei progressisti di mezza Europa ci fu: alcuni Paesi, tra cui la stessa Germania governata dal socialista Olaf Scholz, firmarono un documento con cui prendevano le distanze dalla scelta del tycoon. Oltre alla Germania, nell’elenco comparivano Belgio, la Francia, la Germania. La Spagna, la Grecia, l’Irlanda. E ancora i Paesi Bassi, la Svezia, la Bulgaria, la Danimarca, la Finlandia, la Polonia, il Portogallo, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia, il Lussemburgo. Poi l’Estonia, Cipro, la Lettonia, la Croazia, l’Austria, Malta. L’Italia diede forfait e decise di non partecipare a un tale teatrino fine a sé stesso.
Ora, dopo aver vinto le elezioni, tra le prime parole di Merz c’è l’invito al presidente israeliano, accusato dalla Cpi di essere un criminale di guerra, di visitare la sua Germania. Di norma, nei Paesi che hanno sottoscritto il trattato di Roma istitutivo della Corte, coloro che sono oggetto di un mandato d’arresto verrebbero imprigionati nel caso in cui varcassero il loro confine. Ma Merz ha assicurato il presidente dello Stato ebraico: “Nonostante il mandato della Corte Penale Internazionale, sarà libero di poter visitare il Paese”. Ora, dopo Afd, la sinistra vorrà criminalizzare anche Merz dicendo è un pericoloso criminale che si fa beffe delle leggi e del diritto in nome della sovranità nazionale, oppure prenderà atto che c’è qualcosa che non va nel sistema del diritto internazionale?