MiC, Giuli: “Stiamo per portare a compimento riforma necessaria del ministero”

Destra e cultura, oltre i luoghi comuni e gli stereotipi. Il ministro Alessandro Giuli non ha dubbi quando afferma: “È veramente la prima volta da quando esiste la Repubblica Italiana che la destra viene messa alla prova della gestione della cultura, quindi io dico spesso ‘siamo degli esordienti molto ben preparati’. Dobbiamo essere all’altezza di una grande responsabilità, ma il dato strategico – e in questo risiede l’intuizione, una delle grandi intuizioni di Giorgia Meloni – sta nel fatto che una destra definita dagli avversari come subalterna, una destra concepita come mercantilista, così legata alla narrazione un po’ caricaturale del berlusconismo per cui è tutto spettacolo, in realtà alla prova dei fatti ha voluto investire proprio nel mare grande della cultura”. 
Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, intervistato sul “Secolo d’Italia” da Antonio Rapisarda.

“Da una parte c’è chi ha detto ‘sono arrivati i lanzichenecchi’, occupano tutto l’occupabile e la loro egemonia è in realtà semplicemente un feroce spoils system per piazzare persone in nome dell’amichettismo e così via. E questo è il discorso dei perdenti o dei perduti. Dall’altra parte ci sono i risultati: in soli sei mesi abbiamo già fatto una legge chiamata ‘Decreto Cultura’, prevedendo 45 milioni di euro per la filiera dell’editoria, dal sostegno alle librerie storiche o presenti nei borghi, fino all’acquisto di libri per le biblioteche e al supporto alle pagine culturali dei giornali cartacei, in un’ottica di attenzione per le periferie metropolitane e i borghi più isolati. E poi abbiamo creato due strutture di missione: una intitolata al Piano Olivetti che, come il nome stesso fa comprendere, si occuperà di lavorare nelle comunità più svantaggiate, nelle aree interne, per ampliare l’accesso alla cultura dal basso.

L’altra struttura si occuperà di diplomazia culturale ed è incastonata dentro la cabina di regia del piano Mattei. Non abbiamo bisogno dei “persuasori permanenti” di cui parlava Gramsci per realizzare le cose. Semplicemente bisogna lavorare bene”. Spiega il titolare del Collegio Romano: “La prima struttura mapperà la ‘siccità culturale italiana’ creando una struttura di monitoraggio interministeriale, in collaborazione con i corpi sociali e le comunità concrete. Con la seconda struttura di missione il MiC fa la propria parte dentro un disegno concepito dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da Palazzo Chigi per organizzare un sistema multilaterale di relazioni internazionali con l’Africa e il Mediterraneo allargato. Sviluppo economico, ricerca, formazione, risorse energetiche e sfere di influenza geopolitica fanno parte di un disegno complessivo, in cui l’interesse nazionale coincide con la riformulazione degli equilibri europei ed euro-mediterranei”.

Prosegue Giuli: “Siamo in una fase primaverile del ministero, che è una fase di rinascita, di apertura, in cui le prime seminagioni cominciano a germogliare. Del Decreto Cultura abbiamo parlato, altro risultato importante è che stiamo per portare a compimento la riforma instradata dal governo e dal Ministero della Cultura fin dal proprio insediamento nel 2022. Una riforma necessaria, che mette ordine dentro il Ministero”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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