Microsoft investe in Italia: Giorgia Meloni attira i capitali dei colossi internazionali

Quando si parla della rinata capacità italiana di attrarre investimenti esteri, della rinata considerazione italiana a livello internazionale, non sono affatto frasi fatte. Tutto nasce da un lavoro che, giorno dopo giorno, ha ridato credibilità ai vertici e alle Istituzioni della nostra Nazione. Ieri il presidente di Microsoft Brad Smith è stato accolto a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni per discutere di nuovi investimenti del colosso informatico qui in Italia.

Un cambio radicale, dunque, rispetto al passato, qualcosa che serviva, anzi urgeva, dopo i disastri degli ultimi anni: con Presidenti del Consiglio che si recavano a Bruxelles a chiedere a colleghi stranieri consigli sulla strategia da utilizzare per battere in casa l’avversario politico, annunciando un comportamento in patria diverso da quello che avrebbero tenuto in trasferta per non scontentare gli alleati pur a scapito degli interessi nazionali, si capisce che l’Italia non poteva godere di un’immagine davvero candida. Non c’era credibilità, si vedeva la nostra Nazione totalmente corrispondente agli stereotipi che la riguardano: ritardataria, sfaticata, fannullona e poco affidabile.

L’Italia che fa scuola

Togliersi di dosso queste etichette era difficile, tanto più farlo in un lasso di tempo relativamente breve. Dopo due anni di Governo Meloni, le cose sono radicalmente cambiate e i grandi della Terra guardano con interesse l‘Italia, le sue politiche, i suoi modelli. Come quello per la difesa delle frontiere, copiato ormai da mezza Europa, o quello contro le derive ecologiste, al quale hanno iniziato ad aprirsi anche governi che negli anni hanno fortemente appoggiato la transizione verde così come è stata declinata dalla Commissione europea; la transizione verde di Frans Timmermans, per intenderci.

È un’Italia dunque che ha ritrovato il suo posto nel mondo, un posto prioritario confermato anche dall’aumento degli export: c’è tanta voglia di Italia, dei suoi prodotti, della sua qualità, ed è un bene che va necessariamente sfruttato. L’incontro tra Giorgia Meloni e Brad Smith è la conferma: il presidente di Microsoft è giunto a Roma per incrementare, si legge in una nota di Palazzo Chigi, i “data center necessari per sostenere la crescente richiesta di servizi di intelligenza artificiale”.

Una Nazione in cui credere e investire

“Il rafforzamento delle capacità computazionali – si legge ancora –, facendo leva sulle eccellenze italiane dell’alta formazione e della ricerca, contribuirà a consolidare il ruolo dell’Italia come hub digitale nel Mediterraneo, anche in linea con le priorità del Piano Mattei per l’Africa e la Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII), iniziativa strategica lanciata in ambito G7”. Si capisce dunque che si tratta di una strategia di più ampio respiro che vede l’Italia protagonista. Inoltre, fa sapere ancora Palazzo Chigi, “l’incontro, che rientra in una serie di contatti del Presidente Meloni con esponenti del settore dell’innovazione, ha inoltre consentito uno scambio di vedute sulle prospettive dello sviluppo tecnologico e informatico globale, con particolare riferimento allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, alle opportunità da cogliere e ai rischi da prevenire”.

La nota di Palazzo Chigi fa riferimento alle tre giornate trascorse da Giorgia Meloni per partecipare all’Assemblea generale dell’Onu a New York, dove la premier ha avuto modo di incontrare, oltre Elon Musk, patron di Tesla e di X con i quali i rapporti – è ormai risaputo – sono ottimi, essendo stato lui a omaggiarla del Global Citizen Award consegnato dall’Atlantic Council; dicevamo, oltre Musk, Meloni a New York ha incontrato altri colossi dell’informatica e dell’innovazione. Nomi come Sundar Pichai, ad di Alphabet, holding di Google, o Greg Brown, capo di Motorola, e ancora Sam Altman, a guida di OpenAI. Anche questo, dunque, significa lavorare per gli interessi della Nazione: aprirsi agli investimenti esteri, anche privati, e fare dell’Italia un Paese in cui poter credere.

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