Nella bozza delle conclusioni del prossimo Consiglio europeo straordinario, che si terrà a Bruxelles dal 9 al 10 febbraio, si legge che “È necessaria un’azione rapida per assicurare rimpatri effettivi, dall’Ue e dai Paesi terzi lungo le rotte, verso i Paesi di origine, utilizzando come leva tutte le politiche, gli strumenti e i mezzi pertinenti.”
Siamo dunque di fronte ad un approccio più rigido dell’Ue nei confronti del tema migranti, finora trattato in maniera disomogenea e senza che ci fosse una reale attenzione nei confronti degli Stati di origine. Un vero e proprio cambio di rotta, sebbene ancora da approvare e da attuare.
Un nuovo modo di affrontare l’annosa questione migratoria che sembra incontrare quanto sostenuto da tempo dal Presidente del Consiglio italiano, che ha, tra l’altro, recentemente incontrato sia autorità istituzionali europee che africane proprio per affrontare tale tematica.
Nei vari colloqui intercorsi, la Meloni ha ribadito la necessità di contrastare i flussi “attraverso un effettivo controllo delle frontiere esterne dell’Unione europea” e che “il coinvolgimento dell’Europa è fondamentale”.
Combattere il traffico di esseri umani e le morti in mare sono priorità per l’Italia e per l’Europa, che adesso sembrano sulla stessa lunghezza d’onda anche sulle modalità e gli strumenti da mettere in campo.