Sono rimasti da soli, i soliti sinistri italiani. Abbandonati dai loro colleghi europei, dai cugini socialisti del Parlamento europei che, a quanto pare rinsaviti dalle loro derive no-border e a favore di un’immigrazione malsana e incontrollata, hanno iniziato a guardare con favore al modello esportato dall’Italia: linea dura con i trafficanti di esseri umani, difesa forte dei confini e procedure per il rimpatrio più efficienti per chi non ha il diritto di rimanere sul suolo nazionale e comunitario. Un approccio che si basa sul dialogo e sulla cooperazione con i Paesi di transito e di origine dei flussi. Un approccio che pare essere piaciuto all’Europa, che ha visto nascere un rapporto di collaborazione istituzionale tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen.
L’immigrazione senza sosta ha fallito
Ma, come detto, è rimasta indietro solo la sinistra, che ancora critica il Protocollo d’intesa siglato dal governo italiano e quello albanese. Un modello che ha già attirato l’attenzione di mezza Europa, di capi di Stato provenienti da qualsiasi fazione politica. La “linea dura” del Governo Meloni, che ha portato a casa i frutti sperati (secondo il Cruscotto giornaliero emanato dal Viminale, i migranti sbarcati sarebbero 30mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), ora sembra fare gola in Europa. È sotto gli occhi di tutti la grave degenerazione della sicurezza in Italia, in Europa, nelle grandi metropoli, interi quartieri nelle mani di immigrati mal integrati. La realtà dei fatti è questa: l’immigrazione senza sosta ha fallito, non prevedendosi un piano di integrazione, impossibile da formulare per la mole di persone che ha raggiunto il nostro continente negli ultimi dieci anni.
Dieci anni di ritardo
È sotto gli occhi di tutti, anche dei leader europei, anche dei capi di Stato socialisti. In Germania alcuni esponenti politici sono stati aggrediti da un richiedente asilo. Un fatto che ha scosso l’opinione pubblica tedesca e che ha portato il cancelliere Olaf Scholz, socialista, a pronunciare un discorso molto duro al Bundestag: “L’Islam radicale vuole derubarci della nostra libertà. Senza questa libertà, non abbiamo democrazia”, appellandosi poi all’espulsione degli individui che arrivano in Germania per commettere crimini “perché la sicurezza nazionale supera i diritti dei singoli richiedenti asilo”. Sembrano parole pronunciate da quei “fascisti e razzisti” della destra. E invece è un leader socialista a parlare. La sinistra, con circa dieci anni di ritardo, sta iniziando a capire quello che Fratelli d’Italia, il centrodestra e i conservatori europei professano da tempo: non può reggere Nazione con una immigrazione incontrollata. E non è solo il caso di Scholz: dagli Stati Uniti, anche Biden sembra voler sbattere i pugni contro i flussi migratori che arrivano dal confine messicano. Probabilmente una mossa elettorale in vista del voto di novembre, ma è comunque una scelta da rilevare. E come lui, anche Pedro Sanchez, il socialista alla guida della Spagna, sembra essere intenzionato a far rispettare i confini meridionali dai flussi di marocchini.
Una nuova fase
Piuttosto, qui in Italia si strumentalizza ancora un tema serio come quello dell’immigrazione. Lo si fa addirittura frapponendo “i corpi” alle scelte politiche, come fatto dal boninano Magi su “consiglio” della compagna Schlein. Lo si fa criticando l’accordo con l’Albania (denigrando il popolo albanese e insultando il suo premier Edi Rama) che invece viene ammirato da mezza Europa. “Se quello che noi abbiamo immaginato funzionerà (e funzionerà) – ha detto Giorgia Meloni durante la conferenza stampa in Albania –, allora noi avremo inaugurato una fase completamente nuova nella gestione del problema migratorio. L’accordo – ha infatti spiegato il Presidente del Consiglio – potrebbe essere replicabile in molti Paesi, potrebbe diventare una soluzione, una parte della soluzione strutturale dell’Unione europea. Questo – ha concluso – lo capiamo noi e lo capiscono ovviamente anche i sostenitori dell’immigrazione incontrollata, che non a caso concentrano su questo progetto una opposizione decisa e feroce”.