Continua il braccio di ferro tra magistratura e governo sui migranti. Dopo i giudici di Roma che non hanno convalidato il trattenimento dei 12 migranti portati nei centri in Albania, ora è il tribunale di Bologna a rinviare alla Corte di Giustizia europea il decreto del governo sui Paesi sicuri per chiedere quale sia il parametro su cui individuare i cosiddetti Paesi sicuri e se il principio del primato europeo imponga di ritenere che in caso di contrasto fra le normative prevalga quella comunitaria. La richiesta è arrivata nell’ambito di un ricorso promosso da un richiedente asilo del Bangladesh contro la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione. Nell’ordinanza di rinvio pregiudiziale il tribunale di Bologna scrive di “un gravissimo contrasto interpretativo nel diritto dell’Unione, qual è quello che attualmente attraversa l’ordinamento istituzionale italiano”. Tuttavia, i giudici non si fermano qui, anzi tirano in mezzo la Germania nazista come esempio per sostenere la tesi: “Si potrebbe dire, paradossalmente, che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca: fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari, oltre 60 milioni di tedeschi vantavano una condizione di sicurezza invidiabile. Lo stesso può dirsi dell’Italia sotto il regime fascista. Se si dovesse ritenere sicuro un Paese quando la sicurezza è garantita alla generalità della popolazione, la nozione giuridica di Paese di origine sicuro si potrebbe applicare a pressoché tutti i Paesi del mondo, e sarebbe, dunque, una nozione priva di qualsiasi consistenza giuridica”. Chiede quindi di chiarire “se la presenza di forme persecutorie” nei confronti di minoranze etniche o religiose, donne esposte a violenza di genere oppure a persone della comunità LGBTQ+, per esempio, escluda la designazione come Paese sicuro e, di conseguenza, se sia dovere dei giudici disapplicare le disposizioni della legge ordinaria. Se si dovesse seguire questa linea nessun Paese al mondo potrebbe considerarsi sicuro, per esempio anche l’Italia sarebbe a rischio visto l’alto numero di femminicidi commessi ogni anno. Senza mezza termini il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parla di travalicamento dei confini esercitato dai giudici: “La tripartizione dei poteri e’ alla base della democrazia. Al potere giudiziario non spetta cercare di cambiare le leggi e fare il braccio di ferro con il potere esecutivo e legislativo. Il potere legislativo ha fatto il suo compito: tocca al governo e al Parlamento prendere le decisioni, perche’ la democrazia e’ il potere nelle mani del popolo”.
Kelany: “Ordinanza di una gravità incommensurabile”
Secondo l’onorevole di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile Immigrazione del partito: “L’ordinanza dei giudici di Bologna, che nel rimettere la questione pregiudiziale sul decreto Paesi sicuri alla Corte di Giustizia europea, paragona i Paesi sicuri individuati dall’Italia alla Germania nazista è di una gravità incommensurabile e dimostra chiaramente il perché i giudici non possano sostituirsi allo Stato nella definizione dei Paesi sicuri”.