Migranti. In UE vince l’Italia, la Germania ritira l’emendamento pro ONG

Dopo il blocco imposto dalla Germania, l’Ue ha superato lo stallo ed è giunta ad un accordo per il nuovo patto sui migranti.         
Per evitare il prolungamento dello stop si è deciso di aggirare il punto più spinoso relativo alle Ong, che negli scorsi giorni ha creato non poche problematiche tra Italia e Germania. Così, onde evitare l’acuirsi delle tensioni, il tema sulle organizzazioni non governative è stato direttamente eliminato dai negoziati. È così che alla riunione dei rappresentanti permanenti dell’Ue, ossia il Coreper, è arrivato il nuovo piano da discutere. Contro l’accordo si sono espresse solo Polonia e Ungheria, mentre Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria (che a luglio erano contrarie) si sono astenute. 

“Gli ambasciatori dei Paesi membri dell’Ue hanno trovato un punto comune sul regolamento sulle crisi migratorie”, si legge nell’annuncio dato dalla presidenza di turno spagnola. In tal modo, il governo di Madrid a capo dell’attuale semestre ha potuto fissare la votazione sul patto proprio al prossimo vertice di Granada, riducendo i tempi di un iter che sembrava quasi tramontato. 

Anche dal fronte istituzionale sono arrivati apprezzamenti. La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha scritto su un post sul social X: “Accolgo con favore l’accordo politico raggiunto con successo dagli Stati membri. È una vera a propria svolta che ci permette di portare avanti i negoziati con il Parlamento e il Consiglio Ue. Uniti possiamo siglare il Patto prima della fine di questo mandato”.         
C’è comunque da dire che il voto odierno al Coreper non è vincolante. Non ci sono quorum da valutare, più semplicemente in base alla votazione il Consiglio europeo prende atto della volontà dei rappresentanti permanenti e quindi dei vari governi dei 27. Tuttavia, i progressi fatti sulla materia migrazione sono significativi e conducono verso una politica più strutturale e protettiva nei confronti dell’interesse continentale.

Il contenuto del regolamento

Il regolamento a cui è stato dato il via libera prevede regole per gestire in maniera più efficiente i flussi di massa più consistenti, per cui gli Stati membri sarebbero autorizzati ad applicare misure più severe qualora ci sia il pericolo concreto di sovraccaricare il sistema di asilo.

Tra l’altro, i governi potrebbero trattenere i richiedenti asilo alla frontiera per periodi più lunghi mentre le loro richieste di protezione internazionale vengono esaminate. Per quanto riguarda il periodo di detenzione di coloro che hanno visto respinte le proprie richieste potrebbe essere esteso oltre il massimo legale consentito in momenti ordinari, così da avere più tempo per completare il processo di rimpatrio.

Inoltre, si prevede di accelerare le richieste di asilo per le persone che fuggono da una particolare situazione di pericolo straordinario, come un conflitto armato, garantendo protezione immediata a determinate categorie di persone.

Grazie alla riunione del Coreper sono state poste delle solide basi per affrontare il negoziato con il Parlamento europeo, e spiana la strada per finalizzare la complessa riforma della politica migratoria comunitaria, che le istituzioni europee hanno intenzione di portare a termine prima delle prossime elezioni europee del 2024.     

Un successo per l’Italia

Per il nostro Paese l’accordo raggiunto rappresenta un notevole passo in avanti e aggiunge un tassello notevole nel condurre l’Unione Europea a creare una politica migratoria seria e realmente condivisa a tutti i livelli, nella quale la centralità è la protezione degli interessi nazionali ed europei.

“L’accordo è stato raggiunto a maggioranza qualificata – si legge in una dichiarazione di una fonte diplomatica all’Adnkronos – L’Italia ha votato a favore, aggiunge la fonte, ma allegherà una dichiarazione a verbale”. E in effetti a stretto giro di posta sono arrivate conferme sulla posizione di Roma direttamente da Palazzo Chigi. “L’emendamento tedesco – hanno dichiarato fonti della presidenza del consiglio come riportato da Il Giornale -rappresentava un passo indietro, è stato ritirato, è passata la posizione dell’Italia”. 

“Questa per noi rappresenta una grande soddisfazione – si legge – La trattativa è stata condotta ad alti livelli, oltre che dalle diplomazie e non era una partita Italia-Germania, ma interessava tutti i paesi. I fatti contano più delle parole”.

Anche il Ministro degli esteri Antonio Tajani ha voluto esprimere la sua opinione sul voto di oggi, che sul social ‘X’ ha scritto: “L’accordo sul regolamento in materia di migranti raggiunto a Bruxelles è un successo per l’Italia, frutto di un grande lavoro diplomatico. I nostri partner hanno compreso le nostre istanze. In caso di grandi crisi migratorie tutti gli Stati membri dovranno fare la loro parte.”

Anche Giorgia Meloni, in una intervista a Sky TG24 ha dichiarato: “L’emendamento della Germania è stato ritirato ed è passata la posizione italiana. Devo dire che non mi sento isolata io, mi sembra che sia molto più isolata una sinistra europea”.       
Anche in questa occasione è stato dato ascolto alla posizione dell’Italia, che si è rivelata essere condivisa dalla maggioranza degli attori coinvolti.           
Il Governo Meloni sin dal suo insediamento ha più volte espresso la necessità di affrontare i problemi in modo pragmatico e serio, specialmente sul dossier migranti. Tale visione dai primi mesi del 2023 è stata accolta molto favorevolmente a livello europeo, raggiungendo notevoli successi, a partire dal Consiglio straordinario dello scorso febbraio fino al memorandum Ue-Tunisia di luglio.

Il voto odierno si inserisce in quel nuovo assetto politico in cui il nostro Paese assume il ruolo di primo promotore di politiche efficaci, rispettate e costruttive. Il contributo italiano è stato e continua ad essere decisivo, soprattutto in tema di politica migratoria, e l’accordo raggiunto dal Coreper è una ulteriore conferma di come il cambio di passo impresso dal Governo Meloni stia dando i suoi frutti, contribuendo significativamente alla nascita di un’Europa più unita, solidale e sicura.

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