Migranti, Meloni zittisce la Sea Watch: “Difendiamo i confini, dalla parte degli italiani”

È risaputo, ormai, che il vero intento delle Ong non è salvare vite nel Mediterraneo e trasportarle al porto più sicuro, ma è influenzare le politiche migratorie dei vari Stati sovrani europei, specialmente di quello governati da esecutivi di destra che difendono i confini dai flussi migratori irregolari. Nelle ultime ore, la Sea Watch, Ong tedesca, ha tentato di mettere i bastoni fra le ruote al Governo Meloni riguardo i centri in Albania, da poche ore completati e pronti a entrare in funzione e ad accogliere i primi migranti nei prossimi giorni. Il post sui social dell’organizzazione è un attacco vero e proprio al governo italiano: “Il Governo Meloni degli autopronunciati patrioti spende centinaia di milioni di euro dei contribuenti per deportare e incarcerare qualche migliaia di migranti in Albania. Forse le tasse degli italiani possono essere spese meglio, per accogliere e includere, anziché respingere”. Un commento che lascia il tempo che trova, in primis riguardo il contenuto dell’accordo con l’Albania: non si tratta, certo, di una deportazione di migranti verso le coste albanesi, ma è un modo per alleggerire il carico di persone che giunge verso l’Italia, anche in virtù di una più celere fase di identificazione. In più, potranno accedervi soltanto i migranti maschi irregolari provenienti dai Paesi sicuri, quei Paesi cioè inseriti nella lista stilata ogni anno dal governo ritenuti sicuri e rispettosi del diritto umanitario. Inoltre, si tenga pure conto che sono 15 gli Stati che hanno inoltrato alla Commissione europea una lettera in cui si chiede di riprendere il modello italiano contro l’immigrazione irregolare, e in particolare con riferimento all’accordo con l’Albania: si tratta, infatti, del primo patto di trasferimento di migranti da un Paese membro della Ue a un Paese extracomunitario. Tant’è che anche l’Inghilterra, con il nuovo premier laburista Keir Starmer, sta cercando un accordo simile da siglare con l’Estonia. Tutte argomentazione che la Ong non vede, o meglio fa finta di non vedere, non riconoscendo che il modo migliore di aiutare i migranti è non farli partire alla ricerca disperata di una vita migliore verso l’Occidente che, con migliaia di nuovi ingressi irregolari ogni giorno, non ha di meglio da offrire che i Centri per i rimpatri. In Italia e in Europa si entra legalmente, anche per sfuggire al pericolo di una morte, quasi certa, tra le onde del Mediterraneo.

Meloni zittisce la Ong

Ma una risposta alla Ong tedesca è arrivata, forte e chiara, direttamente da Giorgia Meloni: “Che scandalo! – ha scritto la premier sui social – Un governo che – con un mandato chiaro ricevuto dai cittadini – lavora per difendere i confini italiani e fermare la tratta di esseri umani, attraverso azioni concrete e accordi internazionali”. Un messaggio che ha un duplice significato: il governo italiano è legittimo, rafforzato dal consenso dei cittadini che da due anni non accenna a diminuire (anzi, aumenta), e le sue politiche migratorie non possono subire interferenze da navi che battono bandiere di altri Paesi. In secondo luogo, la strategia del governo italiano è quella che funziona meglio, con il calo degli sbarchi al 65% rispetto allo scorso anno, il calo delle morti in mare e l’aumento delle espulsioni, diventate via via più celeri, pur sempre nel rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario: va accolto chi ne ha necessità, chi fugge da guerre, chi vede lesi i propri diritti fondamentali; va accolto chi ha voglia di lavorare e chi ha intenzioni serie di sposare a pieno la cultura della nuova società da cui viene accolto. Un modello che non a casa viene visto con interesse dagli altri Stati europei, che hanno iniziato ad armarsi della stessa strategia per contrastare i flussi irregolari e porre fine ai business dei trafficanti di esseri umani. Perché la Sea Watch non fa la guerra al suo governo tedesco, che ha iniziato a rinchiudersi entro i confini nazionali e a respingere i migranti alle frontiere?

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