“Le missioni internazionali sono uno strumento principe in una Nazione come l’Italia. Il loro scopo è duplice: da un lato c’è un’azione umanitaria, dall’altro il rispetto di regole comuni dovuta all’appartenenza ad organismi internazionali come UE e Nato. Una graduale ma continua evoluzione dello strumento militare italiano sarà fondamentale, come indicato dal ministro Crosetto, per garantire una difesa efficace e all’avanguardia, capace di difendere la proiezione internazionale della nostra Nazione. Le nostre forze armate sono impegnate in diverse missioni, con lo scopo di potenziare quel livello di sicurezza che è presupposto per la democrazia e per la pace, ma anche lo sviluppo economico e sociale. Dall’Ucraina alla Libia al Niger, sono molte le missioni in cui l’Italia ha un ruolo di primo rilievo all’estero e complessivamente questa presenza vedrà un impegno complessivo di oltre 12.000 soldati. Sono molti i fronti su cui siamo impegnati, dal fronte Est nei Balcani al fronte Sud nel Mediterraneo dove Paesi Africani, come Libia e il territorio del Sahel, vedono una preoccupante penetrazione russa e cinese. Il coinvolgimento dell’Italia in questi scenari è finalizzato a rafforzare il nostro profilo nazionale nei consessi internazionali per promuovere la lotta al terrorismo, come quello islamico, contenere il fenomeno dei flussi migratori, difendere i confini e la sicurezza di molte Nazioni, contribuendo alla stabilità e alla pace. Il governo Meloni sta lavorando per ripensare all’approccio delle missioni condotte per creare sicurezza e sviluppo nei Paesi in cui operano i nostri militari”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Monica Ciaburro, deputato di Fratelli d’Italia e Vicepresidente della Commissione Difesa a Montecitorio, intervenendo in dichiarazione di voto sulle deliberazioni del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell’Italia alle Missioni internazionali.