Monsignor Delpini immagina l’ultimo dialogo dell’ambasciatore Attanasio

Il 22 febbraio 2021, in Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, l’ambasciatore italiano, Luca Attanasio viene brutalmente ucciso in un agguato al convoglio ONU sul quale stava viaggiando.
Con lui hanno perso la vita anche l’autista locale e Vittorio Iacovacci, carabiniere in servizio presso l’ambasciata italiana. Le salme di Attanasio e Iacovacci hanno fatto ritorno in Italia e qualche giorno fa si sono svolti i funerali alla presenza delle massime cariche istituzionali.
Tutto il mondo ha espresso il suo dispiacere inviando messaggi di cordoglio al governo italiano.

“Viene poi il momento in cui ciascuno sta solo”

Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, ha presieduto le esequie dell’ambasciatore italiano nel campo sportivo di Limbiate, davanti a una folla commossa di persone tra parenti, familiari, amici, autorità e semplici cittadini.

L’Arcivescovo con la sua omelia è riuscito a toccare il cuore di tutte le persone radunate al funerale, persino quelle lontano dalla Fede.

Per ognuno di noi arriva quel momento nella vita in cui sperimenta la solitudine, il deserto spirituale, e solo in mezzo a quel nulla si può incontrare l’essenziale. L’Arcivescovo di Milano lo spiega cosi:

Viene poi il momento in cui ciascuno sta solo, alla presenza del Signore.
Finiscono i clamori, tacciono le parole, la gente radunata si disperde e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore.
Sono dimenticate le imprese, risultano insignificanti gli onori, i titoli, i riconoscimenti e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore.
Perde interesse la cronaca, le parole buone e le parole amare, la retorica e le celebrazioni e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore. Cosa mi dirà il Signore? Che cosa risponderò al Signore?

Il dialogo

La pagina del Vangelo descrive quello che mi potrà dire il Signore, quello che io potrò dire al Signore, quando, come tutti, staremo, starò solo alla presenza del Signore.”

Monsignor Delpini immagina il curioso ed edificante dialogo che potrebbe nascere tra questo giovane servitore dello Stato e il Signore Gesù:

Il Signore dirà: “Da dove vieni, Luca, fratello?”.
E Luca risponderà: “Vengo da una terra in cui la vita non conta niente; vengo da una terra dove si muore e non importa a nessuno, dove si uccide e non importa a nessuno, dove si fa il bene e non importa a nessuno. Vengo da una terra in cui la vita di un uomo non conta niente e si può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa!”.
Il Signore, forse, dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Io scrivo sul libro della vita il tuo nome come il nome di un fratello che amo, di un fratello che mi è caro, che desidero incontrare per condividere la vita e la gioia di Dio! Non dire che la vita non conta niente. Io ti benedico per ogni bicchiere d’acqua, per ogni pane condiviso, per ospitalità che hai offerto. Vieni benedetto del Padre mio e ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla creazione del mondo”.

Il Signore dirà: “Perché ti volgi indietro, Luca, fratello mio?”.
E Luca, forse, risponderà: “Mi volgo indietro perché considero quello che resta da fare, considero l’incompiuto che attende il compimento, le promesse fatte alla mia sposa e alle mie bambine, le promesse che avrei dovuto onorare, la missione che avrei dovuto compiere. Ecco: troppo breve la vita. Ecco, troppe attese sospese! Perciò mi volgo indietro!”.
E il Signore dirà: “Non volgerti indietro, Luca, fratello mio. Troppo breve è stata la tua vita, come troppo breve è stata la mia vita. Eppure dall’alto della croce si può gridare: “È compiuto!”, come nel momento estremo si può offrire il dono più prezioso, senza che il tempo lo consumi. Perciò non volgerti indietro, Luca, fratello mio; entra nella vita di Dio: tu sarai giovane per sempre!”

E il Signore dirà ancora: “Perché sei ferito, Luca, fratello mio?”
E Luca risponderà: “Sono ferito perché così gli uomini trattano coloro che li amano e coloro che li servono: mi rendono male per bene e odio in cambio di amore. Sono ferito perché ci sono paesi dove la speranza è proibita, dove l’impresa di aggiustare il mondo è dichiarata fallita, dove la gente che conta continua a combinare i suoi affari e la gente che non conta continua a ferire e ad essere ferita. Ecco perché sono ferito, perché ecco come sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze e contro il giusto tramano insidie e non c’è chi faccia giustizia!”.
E il Signore dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Guarda le mie ferite, le ho ricevute dai miei fratelli; e guarda il mio cuore: dal mio fianco esce sangue e acqua; se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore porta molto frutto (Gv 12,24). Ho seminato nella storia un seme di amore che produce frutti di amore, e chi rimane nell’amore rimane in me e io in lui.
La gente che conta e ammassa ricchezze è destinata a morire e per loro sarà pronunciato il giudizio: via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli (Mt 25,41).
Ma i miti erediteranno la terra, i giusti sono benedetti e benedetta la loro discendenza”.

E il Signore dirà ancora: “Perché piangi, Luca, fratello mio?”
E Luca risponderà: “Piango perché piangono le persone che amo; piango perché restano giovani vite che hanno bisogno di abbracci e di baci, di coccole e di parole vere e forti e non sarò là per asciugare le loro lacrime e condividere le loro gioie; piango perché dopo il clamore scenderà il silenzio, dopo la notorietà arriverà l’oblio: chi si prenderà cura delle giovani vite che io non vedrò camminare nella vita”.
E il Signore dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Io manderò lo Spirito Consolatore, Spirito di sapienza e di fortezza, Spirito di verità e di amore e si stringeranno in vincoli d’affetto invincibile coloro che ti sono cari e nessuno sarà abbandonato e io stesso tergerò ogni lacrima dai loro occhi, e i vincoli di sangue, i vincoli di affetto, i vincoli di amicizia saranno più intensi e più veri, più liberi e più lieti. La tua partenza non diventerà una assenza, la tua presenza nella gioia del Padre non sarà una distanza. Non piangere più, Luca, fratello mio!”.

La sorpresa

Alla fine i parenti ricordano anche il sacrificio del carabiniere Iacovacci ed ,a sorpresa, è stata trasmessa la voce dell’ambasciatore in un breve messaggio vocale, in cui annunciava la partenza di due voli che trasportavano 300 persone, di cui un centinaio italiani, i quali, per via dei disordini nel Paese, avevano chiesto di lasciare il Congo.
“Ce l’abbiamo fatta. Viva l’Italia, sempre un passo avanti… Pace e amore” 

Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, due uomini che fino alla fine hanno rappresentato la nostra Nazione. Non vi dimenticheremo.

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