Morte Camilla Canepa, i consulenti del PM: “Era sana c’è stata correlazione con vaccino”.

Per i consulenti dei PM possibile la correlazione con somministrazione Astrazeneca.

A maggio, verso la fine dell’anno scolastico e in vista delle vacanze estive aprivano gli “open day” per gli over 18. I ragazzi stavano per affrontare l’estate, si sarebbero incontrati di frequente nelle strade, nelle piazze nelle spiagge, a rischio di ormai famigerati e inaccettabili “assembramenti”. Camilla, giovanissima ragazza di Sestri Levante, il 25 maggio approfitta dell’opportunità, va all’open day della sua ASL e riceve la dose di Astrazeneca, sicuramente per senso di responsabilità, forse per avere indietro tutta la libertà che da oltre un anno le era stata strappata.

Il 3 di giugno qualcosa non va per il verso giusto e con forti emicranie e fotofobia è costretta ad andare al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lavagna, dopo una tac al cranio risultata negativa viene rimandata a casa con prescrizione di ripetere esami ematici dopo 15 giorni.

Solo due giorni dopo, il 5 giugno, la piccola Camilla torna al Pronto Soccorso con deficit motori e la tac stavolta evidenzia un quadro terribile: emorragia cerebrale. Viene sottoposta ad intervento chirurgico sia per la rimozione del trombo che per la riduzione della pressione intracranica, ma non ce la fa.

Oggi, dopo le perizie disposte dalla procura della repubblica, i consulenti del pubblico ministero affermano che la giovane era sana, non affetta da pregresse patologie, non prendeva farmaci e che la trombosi potrebbe essere correlata alla somministrazione del vaccino.

Una insegnante di 32 anni era morta nei giorni precedenti sempre in Liguria per trombosi cerebrale dopo somministrazione dello stesso composto.

Già all’epoca il dibattito sugli effetti avversi da vaccino Astrazeneca sulle donne sotto i 60 anni era vivace e anche se in un primo momento, dati i limitati casi segnalati, l’indicazione dell’Agenzia europea del farmaco era stata di non limitare l’uso per fascia d’età, subito dopo gli enti regolatori nazionali di diversi paesi europei avevano invece virato nel senso di introdurre una soglia di raccomandazione per età. Addirittura in Norvegia e Danimarca veniva sospeso l’uso di Astrazeneca. In Francia e in Belgio si fissava la soglia a 55 anni e in  Spagna a 60.

Nelle immediatezze del fatto, con la comunità ancora sconvolta, anche il Governatore Toti, nell’esprimere cordoglio, chiedeva con forza che venisse fata chiarezza sulle responsabilità delle Regioni e dello Stato, dichiarando che le Regioni erano state autorizzate ad aprire Open day e che una lettera del generale Figliuolo, su indicazione del Cts, dava il nulla osta.

Oggi questa perizia dà un responso pesantissimo. Oggi il pensiero che Camilla non c’è più, forse solo perché ha voluto riprendersi i suoi giorni di ragazza libera atterrisce. Oggi pensare che questo potrebbe essere dipeso dalla una ideologica corsa al vaccino sui giovanissimi mette spavento, soprattutto considerando che ora viviamo la follia del green pass sopra i 12 anni. E si aggiunge a questo fosco quadro un elemento: la commissione europea ha opzionato 4,6 miliardi  di dosi di vaccino, per una popolazione complessiva di 450 milioni di europei e il tremendo dubbio che occorra vaccinare anche i bambini per terminare le scorte sfiora.

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