Nutri-score addio. La battaglia storica dell’Italia, e in particolare di Fratelli d’Italia, portata avanti per anni contro il sistema di etichettatura a colori dei prodotti che penalizzava i prodotti nostrani, sta per volgere al termine. Ancora nessuna ufficialità, ma da quanto emerge sembra proprio che la Commissione europea sia in procinto di salutare definitivamente il sistema di etichettatura nato in Francia. A lanciare la notizia della possibile cancellazione è stata Radio France, che ha raccontato di aver preso visione di un documento dall’Ong Foodwatch, in cui si legge che il direttore generale per l’Agricoltura della Commissione, Wolfgang Burtscher, avrebbe garantito che l’esecutivo Ue “non copierà nessun sistema esistente”. Questo, parlando con i rappresentanti della grande distribuzione tedesca. Una rivelazione non ancora confermata, sono ancora voci, e bisogna attendere l’ufficialità.
Il lavoro di FdI e la nostra inchiesta già nel 2019
Già questa indiscrezione però è un grande segnale per l’Italia e per i suoi prodotti. Un segnale di cambiamento che potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Una vittoria italiana e di Fratelli d’Italia. Era infatti proprio a prima firma di Giorgia Meloni una mozione presentata alla Camera e in copia anche al Senato a inizio 2020, con cui l’attuale primo partito della Nazione dichiarava guerra al Nutri-score a tutela del Made in Italy e dell’interesse nazionale. Una mozione con cui si denunciava la proprietà francese del marchio e come potesse incidere negativamente sui prodotti italiani in fatto di competitività. Fummo del resto proprio noi de La Voce del Patriota tra i primi in Italia a denunciare il sistema del Nutri-score e soprattutto la sua provenienza d’Oltralpe. Il marchio infatti era registrato presso l’Agenzia Francese per la Sanità Pubblica, un ente amministrativo francese che ne deteneva il marchio in esclusiva. Inoltre, scoprimmo che le modalità con cui etichettare un cibo si basavano su un modello britannico, costruito dalla Food Standard Agency del Regno Unito già in uso oltre la Manica per classificare il cibo destinato ai bambini. Tuttavia, diversi studi dimostrarono che il modello non era assolutamente perfetto nel collegare il prodotto ai rischi per la salute. Insomma, un grande obbrobrio tutto europeo, che metteva in difficoltà le produzioni italiane. E così, prodotti di eccellenza di grande qualità come il parmigiano reggiano o il prosciutto crudo diventavano, da un giorno all’altro, dei cibi da scartare. Malgrado il loro consumo sia diffuso in Italia senza ripercussioni negative per la nostra salute. Un attacco anche alla Dieta Mediterranea, che invece risulta ampiamente riconosciuta a livello mondiale dall’UNESCO come bene immateriale transnazionale.
Lollobrigida: “Vogliamo un’etichettatura trasparente”
L’abolizione del Nutri-score potrebbe essere dunque un passo in avanti fondamentale per i nostri prodotti, per la nostra filiera agro-alimentare, che non può più soffrire gli effetti dei deliri e delle guerre commerciali in seno all’Unione europea. Cauti apprezzamenti, in attesa dell’ufficialità, arrivano dal governo, in particolare dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida: “Se dovessero confermarsi le voci – ha detto il titolare del Masaf al Giornale –sarebbe una straordinaria vittoria. Siamo riusciti a convincere molti paesi inizialmente neutrali sul tema a opporsi a questo sistema”. La richiesta dell’Italia è semplice: “Un’etichettatura trasparente, che non giudichi un prodotto in base a un algoritmo arbitrario che valuta solo la presenza di alcuni elementi, ma che tenga conto dell’equilibrio complessivo dell’alimentazione e dell’uso corretto di ogni singolo prodotto”.