Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha accusato i leader europei di agire come “colonialisti” LGBT con le loro critiche alla recente approvazione di una legge a tutela dei minori in Ungheria.
Parlando alla radio pubblica, il primo ministro ungherese ha rigettato le richieste di abrogare la legge e ha colpito i suoi colleghi del Consiglio europeo.
“Si comportano come colonialisti. Vogliono dettare quali leggi dovrebbero avere effetto in un altro paese, vogliono dirci come vivere le nostre vite e come comportarci”, ha detto.
Orbán ha continuato a dire che le critiche alla legge erano “cattivi riflessi causati dal loro passato colonialista europeo”.
Il governo conservatore del paese, che affronterà le elezioni l’anno prossimo, sostiene che la legislazione è essenziale per assicurarsi che l’educazione sessuale dei bambini sotto i 18 anni sia sotto il controllo dei loro genitori.
I leader UE hanno sfidato Orbán durante un summit a Bruxelles la scorsa settimana sulla legge, che secondo i critici e i politici limita i diritti delle persone LGBT in Ungheria.
La legge vieta “l’esposizione o la promozione” dell’omosessualità o del cambiamento di genere in programmi televisivi, film e risorse di educazione sessuale nelle scuole.
Il primo ministro olandese Mark Rutte ha suggerito che il leader ungherese dovrebbe sostenere i valori dell’Unione europea, o lasciare il blocco.
Anche Ursula von der Leyen si è fatta sentire nella politica nazionale, definendo la legge “una vergogna” prima di scrivere una lettera all’Ungheria chiedendo chiarimenti sull’impatto della legge sui diritti umani fondamentali.
I capi di 17 paesi dell’UE, compresa l’Italia, hanno anche firmato una lettera congiunta che condanna la legislazione e ha spinto la Commissione europea a portare l’Ungheria alla Corte di giustizia europea sulla questione.
I media hanno espresso un atteggiamento simile. Diversi importanti giornali europei hanno rifiutato di pubblicare una pubblicità a pagamento firmata da Orbán, affermando di non voler dare spazio a un politico che secondo loro limita i diritti umani e la libertà di stampa.
Orbán rivendica che porre limiti alla promozione del transgenderismo, dell’omosessualità e di altre materie legate al sesso e alla sessualità nelle scuole consente ai genitori di insegnare ai propri figli come vogliono, piuttosto che imporre ai giovani l’ideologia di sinistra nelle scuole.