Il partito del premier ungherese Viktor Orban ha presentato un nuovo disegno di legge volto a vietare la marcia del Pride e a imporre multe ai partecipanti e agli organizzatori dell’evento, che si tiene a Budapest da trent’anni. La proposta, che prevede il riconoscimento facciale per identificare i trasgressori che decidano di sfidare il bando, sarà con ogni probabilità approvata grazie alla solida maggioranza parlamentare del partito di Orban, Fidesz.
Secondo il testo della legge, saranno vietate tutte le manifestazioni che violano la controversa normativa sulla “protezione dei bambini”, già approvata nel 2021. Questa legge proibisce la “rappresentazione o promozione” dell’omosessualità ai minori e limita drasticamente la visibilità della comunità Lgbtq+ nei media, nella pubblicità, nei programmi scolastici e nella cultura popolare, vietando le “deviazioni di genere dal sesso con cui si nasce”.
Chiunque partecipi a eventi proibiti, come sarà probabilmente il Budapest Pride, potrà essere multato fino a 200.000 fiorini ungheresi (circa 500 euro), una somma destinata al fondo statale per la “protezione dell’infanzia”. Orban ha giustificato la stretta repressiva affermando che il suo governo è impegnato nella difesa dei valori tradizionali e della “civiltà cristiana” contro quella che definisce “follia del gender”.
Nel suo discorso annuale sullo stato della nazione a febbraio, Orban aveva avvertito gli organizzatori del Pride, che quest’anno festeggia i 30 anni, di non prepararsi per l’evento di quest’anno, dicendo che sarebbe stato “uno spreco di denaro e tempo”. Il mese scorso, il governo aveva dichiarato che la marcia del Pride non sarebbe più stata “tollerata” nella “stessa forma pubblica” di prima.