Palazzo Chigi impugna i 19 provvedimenti anti-DL Cutro di Apostolico e Cuprì

I togati dovranno rispondere delle loro azioni a seguito della decisione del Governo, già annunciata tempo fa dal Ministro dell’Interno Piantedosi, di impugnare i provvedimenti che hanno negato il trattenimento di diversi richiedenti asilo nel Centro per rimpatri veloci di Pozzallo.

Al centro della vicenda ci sono ben 19 provvedimenti che hanno richiamato l’attenzione di Palazzo Chigi, tutti ad opera dei magistrati Iolanda Apostolico e Rosario Cupri.

Come riportato in una nota ufficiale, il 23 ottobre 2023 l’Avvocatura dello Stato “ha proposto distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale”. In particolare, i ricorsi sottopongono alla Suprema Corte “l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia”.     

Il vero fulcro della contesa giuridica riguarda il noto “decreto Cutro”, per quanto concerne la parte che introduce procedure accelerate alla frontiera per chi arriva da un Paese inserito nella lista di quelli sicuri, come è appunto la Tunisia. Tale iter prevede che la decisione sulla domanda di asilo venga evasa in quattro settimane e che, in questo periodo di tempo, i richiedenti siano trattenuti un centro di accoglienza per essere subito rimpatriati in caso di diniego. Disapplicando di fatto il decreto, i magistrati coinvolti hanno però sostenuto l’inammissibilità della disposizione governativa, perché violerebbe la direttiva europea 33 del 2013. Nello specifico, stando a quanto sostenuto da Apostolico e Cuprì il richiedente non potrebbe essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda, e la procedura di frontiera avrebbe dovuto inoltre essere svolta a Lampedusa, luogo di sbarco, dove i migranti avrebbero manifestato la volontà di chiedere protezione. Infine, il pagamento di una somma a garanzia (i famosi 5mila euro) come mezzo per evitare il trattenimento sarebbe incompatibile con le norme Ue secondo cui il trattenimento può esser disposto solo sulla base di una valutazione caso per caso, quando “non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive”.L’Avvocatura dello Stato, rispetto a tale situazione, ha deciso di affrontare i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, in modo particolare in relazione al riferimento alla direttiva Ue in questione.      

Come emerge dalla nota pubblicata da Palazzo Chigi, l’Avvocatura evidenzia: “A differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze, la direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro”.        
E prosegue sottolineando che
la stessa normativa europea “stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione, e quindi non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l’uno o l’altro”, per cui la direttiva contempla “la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta”.  
Infine, chiarisce, “in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato ‘sicuro’, deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice”. 

L’intervento dell’Avvocatura Generale dello Stato, ovvero l’organo legale dello Stato al quale sono assegnati compiti di consulenza giuridica e di difesa delle Amministrazioni Statali in tutti i giudizi civili, penali, amministrativi, arbitrali, comunitari e internazionali, intende dunque chiarire tutti gli aspetti relativi alle disposizioni ad oggi vigenti in tema migranti, che forse finora non sono state adeguatamente percepite. Sarà dunque quest’organo ad occuparsi di fornire una interpretazione universale, facendo finalmente sì che la magistratura non si arroghi il diritto di agire ad usum proprium, ma secundum legem.

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La Redazione de La Voce del Patriota

2 Commenti

  1. Sarebbe il caso di procedere contro i 2 pm Apostolico e Cupri per il reati di “alto tradimento” delle Istituzioni Italiane poiché si sono schierati apertamente e violentemente avverso le normative dello Stato che li mantiene, li sfama. Non è tollerabile che giudici, magistrati o chicchessia si possa ritenere intoccabile ed insindacabile quando ardisce di fare cazzate. E loro ne hanno fatto troppe.

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