A due anni dall’inizio della pandemia non avremmo mai creduto di dover avere ancora a che fare con misure restrittive, chiusure, minacce di cambi di colore per le Regioni e terrore da contagio.
A due anni dall’inizio di questo tempo folle avremmo dovuto riappropriarci dei fondamentali del vivere in comunità, fatto di contatti sociali virtuosi e non di distanziamento, di comunanza di intenti e coesione sociale, non di divisione e contrasti violenti tra chi ha scelto di non vaccinarsi e chi ha fatto la scelta opposta.
La polarizzazione del messaggio ed il livello di scontro è arrivato a livelli parossistici e questo sta generando danni incalcolabili, perché l’onda lunga di questa lacerazione sociale supererà e di molto la pandemia, che già oggi, in base ai dati e indipendentemente da quanto terroristicamente raccontano i media, sta andando verso una normalizzazione, con un virus meno devastante negli effetti e ormai sostanzialmente endemico.
E infatti mentre da un lato oggettivamente si stabilizza la situazione sanitaria, dall’altro si inaspriscono i toni della comunicazione, alimentando l’odio sociale. Su questo fertile humus prende vigore l’approccio autoritario del governo che fa, disfa, briga e si adopera per comprimere giorno dopo giorno spazi di libertà, rafforzando ogni scelta sulla base di determinazioni assunte da comitati di tecnici e scienziati.
Ma non accade solo a casa nostra, è un processo che sta investendo tutto il mondo occidentale, che da due anni ormai sta scivolando verso un irreversibile deterioramento del concetto di democrazia. Credere che sia un fenomeno circoscritto è da orbi e non aiuta a riscrivere i principi che ci garantiranno l’inversione di tendenza.
Accade negli Stati Uniti, nell’intera Europa, nell’ultima frontiera della democrazia in medio oriente, l’Israele, che poi da noi sia tutto esasperato è altrettanto vero e dipende dalla nostra particolare e storica propensione ad essere profondamente divisi (e per questo “calpesti e derisi”). Assistiamo alle stesse terribili scene ovunque: forze dell’ordine a caccia di non vaccinati, manifestazioni soffocate con la forza, liberi pensatori coraggiosi spacciati dal mainstream per vecchi pazzi, politici messi ai margini perché controcorrente. E tutto questo di fronte al plauso narcotizzato dell’altra metà del cielo, accecata dall’odio verso un “nemico” creato ad arte.
Interi popoli stanno rinunciando al potere sovrano che tutte le carte costituzionali degli Stati liberali dal 900 ad oggi gli hanno affidato e lo stanno cedendo senza resistenza nelle mani dei tecnici, dei migliori, degli scienziati. Ovunque – nel mondo che la democrazia se l’è inventata – sta trionfando un’evoluzione raffinata della tecnocrazia: la dittatura sanitaria, che aggiunge un tassello fondamentale e che sino ad oggi mancava nel disegno della deprivazione della sovranità popolare, la paura. Lo spread non intimoriva quanto il virus.
Diciamo dunque che il disegno è chiaro e che il mondo per come lo conoscevamo prima sembra stia involvendo senza speranza, ma individuare la leva con cui il progetto si sta realizzando può forse aiutare: eliminare dal tavolo da gioco la paura, la diffidenza e l’odio verso l’altro, qualunque scelta abbia fatto per se stesso, può essere uno dei metodi per restituire ai popoli quello che spetta loro di diritto, strappandolo alle mani delle oligarchie che vogliono assumere stabilmente il potere nel modo occidentale.
insorgere per risorgere !
cominciamo a colpire gli interessi delle oligarchie attaccando le loro strutture: magazzini di Amazon, sedi delle grandi banche.
Vero.Ma un’operazione come questa ed altre simili vanno concertate,organizzate,studiate perchè siano efficaci.E sono efficaci se in molti,tutti come POpolo le sosteniamo.Come non mai oggi è il momento di unità ma è indispensabile la guida di capi con le idee chiare e lungimiranti…….