Piazza pro-Europa, viaggi e alloggi pagati dal Comune: nella bufera ci finisce anche Claudio Bisio

Nei giorni scorsi era stato annunciato, ma c’erano ancora poche prove per dedurlo. Poi questa mattina i giornali hanno riportato la notizia. In particolare Libero, che ha titolato: “Piazza pro-Europa di Roma. A carico del Campiglio anche l’hotel 4 stelle per il comico Claudio Bisio”. Ecco, appunto: le spese del Comune di Roma non si sono limitate all’installazione del palco o alla fornitura di impianto audio, ma sono andate oltre, per comprendere anche le spese di alloggio e di viaggio degli ospiti. Come dire: almeno l’Università di Parma ha pensato di pagare i pullman coi suoi soldi…

Un conduttore da Milano: Gualtieri non bada a spese

Tra gli ospiti rimborsati per il viaggio e l’alloggio troviamo, dunque, Claudio Bisio, volto storico della televisione italiana, presentatore di Zelig, molto presente nelle sale cinematografiche. Amabile comico, si unì alla conduzione di Sanremo quando a presentarlo era Claudio Baglioni e, nell’ultimo periodo, ha riscoperto una certa predisposizione a sinistra, esprimendo critiche al Governo Meloni e apprezzamenti per Elly Schlein. Eccolo, è l’uomo giusto, secondo gli organizzatori. E non c’è nessun problema se Bisio deve giungere da Milano, tanto pagano i cittadini romani. Qui, però, il senso della militanza viene un po’ a mancare: ma come, uno che ha criticato Meloni, preferisce farsi rimborsare alloggio e viaggio piuttosto che offrire il proprio contributo alla causa europeista in modo gratuito? Di sinistra, ma con i soldi degli altri. Dei romani, in particolare. Possibile che in tutta la Capitale non c’era nessuno disposto a salire su quel palco, in modo tale da risparmiare una spesa evitabile? A quanto pare, il Comune non ha badato a spese.

Un evento istituzionale o politico?

La scusa della Giunta Gualtieri rimane la stessa: la festa è stata finanziata perché improntata nell’europeismo, quindi istituzionale. Nei fatti, però, non è stato così e fin da subito, e poi da come si è svolta, si è rilevato un importante connotato politico di parte. Non ci sarebbe nulla di male, ovviamente, se non fossero stati dei soldi pubblici. Soldi versati in particolare da Zetema, una società che sul suo sito si presenta come “partecipata al 100% da Roma Capitale” e “azienda strumentale capitolina che opera nel settore Cultura”. Nel suo statuto recita che la società effettua “l’esercizio di attività e la realizzazione di iniziative volte a valorizzare i beni artistici e culturali in ambito cittadino e nazionale anche mediante la gestione di musei e biblioteche, la valorizzazione delle aree archeologiche e monumentali, delle fontane artistiche ed ornamentali, di sale teatrali e, in generale, l’esercizio di tutte le attività strumentali alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale quali mostre, manifestazioni culturali e di spettacolo”. La kermesse di piazza del Popolo è stato tutto tranne che una manifestazione culturale.

La denuncia di Fratelli d’Italia è stata forte, chiedendo verità e annunciando battaglia all’interno della Commissione trasparenza capitolina, dove però Gualtieri, nella seduta convocata alcuni giorni fa, non è stato visto arrivare, come denunciato dalla senatrice di Fratelli d’Italia, Cinzia Pellegrino: “Una vera e propria fuga del Sindaco di Roma che deve spiegare come mai abbia deciso di sostenere le spese di una manifestazione di parte, che non può di certo essere confusa con un evento istituzionale, con risorse dei cittadini. Gualtieri – ha aggiunto – non si smentisce mai: da Ministro aveva già tentato di far passare un emendamento di 900.000 euro alla legge di Bilancio 2020 a copertura delle bollette mai pagate dalla Casa internazionale delle Donne che ancora oggi occupa quello spazio abusivamente”. Niente di nuovo, dunque. Soltanto l’ennesima riprova del pessimo utilizzo dei fondi pubblici da parte di certa politica.

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