La situazione economica italiana è in netto miglioramento, a sostenerlo, oltre che il Governo Meloni, ci sono i dati del Fondo Monetario Internazionale che confermano una seria politica di controllo delle spese.
Il Pil si conferma in aumento al 3.2% per quest’anno e rivede in rialzo quello del 2025 al 3.3% nonostante il rallentamento della disinflazione che apre la porta a tassi alti per un periodo prolungato.
Infatti dalle ultime stime di luglio, emerge una crescita dello 0,7% per l’Italia nel 2024, mentre per il 2025 sarà di 0.9%, ovvero 0.2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni precedenti. Nel Def il governo ha previsto una crescita dell’1% il prossimo anno. “Siamo fiduciosi che l’obiettivo crescita fissato dall’ultimo Def sia ampiamente alla nostra portata, non si tratta di un obiettivo politicamente accomodante ma basato su criteri di ragionevolezza e responsabilità”. Così il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo all’Assemblea dell’Abi. “In un contesto economico ancora incerto l’economia italiana mostra una buona tenuta”, ha aggiunto, sottolineando che il pil nel primo trimestre, “è aumentato dello 0,3% sul mese precedente. Anche se fosse stato nullo, la crescita acquisita sarebbe dello 0,6%. Se le stime saranno confermate, avremo una crescita dello 0,9%”. ha concluso il ministro dell’Economia Giorgetti.
Un dato che certifica la tenuta del nostro Paese, “Uno dei motori è l’insieme di misure del governo Meloni.’’, afferma Guerino Testa, membro della commissione Finanze della Camera.
Nonostante questo però, la situazione dell’Italia nel panorama internazionale resta critica in termini di crescita. Per il 2024 le stime del Fondo sono più prudenti rispetto all’obiettivo di crescita dell’1% fissato nell’ultimo Def, ma anche dello 0,9% previsto dalla Commissione Europea. Le previsioni per la Germania sono state infatti lasciate inviate a +0,2% e +1,3%, mentre per la Francia è stato rivisto al rialzo il 2024 a +0,9% (+0,2 punti) e tagliato il 2025 a 1,3%. “Nell’area euro l’attività sembra essersi ripresa dopo aver toccato il fondo’’, afferma il Fondo parlando di una ripresa “modesta’’ trainata da un maggiore slancio del settore dei servizi e dalle esportazioni nette.
I dazi
“Uno dei rischi che abbiamo sottolineato è quello di un aumento delle tensioni legate al commercio. Abbiamo registrato lo scorso anno un numero triplo di misure restrittive del commercio rispetto al 2019 quando erano state circa mille.’’ È quanto ha detto il capo-economista del Fondo Monetario Internazionale Pierre Olivier-Gourinchas, durante la conferenza stampa di presentazione dell’aggiornamento al World Economic Outlook. “Queste restrizioni danneggiano tutti e spesso anche e soprattutto chi le impone ha detto Gourinchas. In questo modo si restringe lo scambio di conoscenze, di tecnologie e di flussi finanziari e questo può avere un impatto significativo sull’attività economica, specie per i paesi in via di sviluppo.’’
Cresciamo, ma non abbastanza! Comunque avanti così, cercando di aiutare non soltanto le imprese, ma anche le famiglie in maniera più sostanziosa.