“Vivo nella sincera preoccupazione che queste tensioni facciano del male alle nostre istituzioni”. Così, al Corriere della Sera, Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm. “Non entro nel merito, né sulla vicenda Lo Voi né su quella nata dalle dichiarazioni del ministro in Parlamento – aggiunge -. Ritengo solo opportuno sottolineare la necessità di un atteggiamento rispettoso e di grande responsabilità istituzionale da parte di tutti per evitare che un organo di centrale importanza nel nostro assetto, come il Csm, degeneri in luogo di scontro”. “Politica e magistratura devono dialogare. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha non solo puntualizzato che è in discussione una riforma della giustizia per i cittadini e non contro la magistratura – prosegue – ma ha aperto al dialogo e ha invitato la magistratura a non perdere l’opportunità di un confronto, ancorché critico, sui contenuti. La magistratura dovrebbe accogliere questo invito. Del resto, l’essenza del magistrato è essere risolutore di conflitti”.
Pinelli si dice preoccupato per “il possibile referendum sulla riforma della giustizia. Se non riusciamo a instaurare un clima costruttivo, la consultazione diventerà un referendum non pro o contro la separazione delle carriere, ma pro o contro la magistratura. Una cosa che farebbe malissimo al Paese, alla nostra democrazia, alla magistratura stessa”.
“Il potere politico – ragiona – è confinante con quello giudiziario, a ogni avanzamento dell’uno vi è un arretramento dell’altro. Le tensioni tra poteri sono per certi aspetti fisiologiche e comuni ad altri Paesi. Ma è anche vero che nelle democrazie le regole le fa la Politica, la magistratura le applica. Una democrazia in salute ha bisogno di una Politica autorevole e al contempo, di una magistratura libera, autonoma e indipendente”.