Le celebrazioni per i 2.500 anni di Napoli si sono aperte “nel modo migliore, con una delle figure più eccelse della musica italiana. Quindi Napoli ha di fronte un palinsesto meraviglioso per celebrare se stessa e rendere orgogliosa l’Italia”. Pensieri e parole del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, dopo aver visitato la mostra “Pino Daniele. Spiritual” allestita a Palazzo Reale in memoria dell’artista che oggi avrebbe compiuto 70 anni. “Lasciatemi dire una cosa su questa mostra, è una mostra generosa, ricca che ha la dolcezza profonda degli occhi del figlio di Pino Daniele, Alessandro e ha l’accuratezza scientifica, l’acribia di Alessandro Nicosia. Stiamo parlando di una mostra in cui c’è una perfetta sintesi tra il racconto di una biografia eccellente e anche un pezzo di biografia sentimentale dell’Italia e di un modo speciale di essere napoletani. Non soltanto a Napoli non soltanto in Italia, ma nel mondo intero. Soltanto queste due persone potevano fare una cosa così bella. Ma perché c’è Pino Daniele di mezzo”, ha aggiunto il ministro Giuli nel suo breve incontro con la stampa.
Da oggi al 6 luglio la Sala Plebiscito e la Sala Belvedere di Palazzo Reale a Napoli ospitano “Pino Daniele Spiritual”, la mostra che celebra il grande musicista partenopeo a 70 anni dalla sua nascita e a 10 anni dalla sua scomparsa. L’esposizione rievoca le origini del mondo artistico di Pino Daniele, la sua dimensione trascendente e il suo lascito socio-culturale. Pino Daniele per la prima volta, la storia di uno degli artisti più amati della musica italiana viene raccontata attraverso un ricco mosaico di contenuti audiovisivi, pubblici e privati, materiali d’autore e amatoriali, documenti inediti, oggetti personali e strumenti che lo hanno accompagnato nel suo percorso creativo. Ogni elemento esposto è una tessera che contribuisce a delineare il ritratto di un artista e di un uomo, la cui eredità va ben oltre la musica.
“Pino Daniele Spiritual” non è solo il titolo di una mostra, ma è un concetto che racchiude l’essenza più profonda di uno degli artisti più amati, il cui viaggio musicale e umano ha saputo attraversare confini geografici e culturali, fondendo tradizioni diverse in un’armonia unica. Un’esposizione inedita con installazioni scenografiche, “tante rarità” concesse per l’occasione dalla Fondazione Pino Daniele e materiali originali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intera esperienza musicale ed umana dell’artista. A partire da una dichiarazione di Pino Daniele, “La musica esprime socialità”, l’obiettivo principale della mostra è anche quello di perseguire il suo impegno e stimolare l’animo delle persone, portarle a guardarsi dentro e a dare una valenza alle proprie azioni, offrire al visitatore un viatico ripercorrendo la storia di Pino Daniele in modo intenso e toccante.
Pino Daniele era un essere “spirituale” per la sua attitudine a dare un significato profondo alle sue azioni. “Spiritual” è anche la forte connessione con la musica blues, un genere musicale che affonda le sue radici nella musica spirituale africana. Questa connessione si manifesta in vari modi nelle sue opere: nella struttura musicale, nelle tematiche, nell’espressività e nell’improvvisazione, elemento chiave sia nella musica spiritual africana, sia nel blues, che in quella di Pino, che componeva ed improvvisava con istintività e per farlo si dedicava ad una profonda ricerca musicale ed una disciplina sul suo strumento, la chitarra. La sua arte ha sempre dialogato con Napoli, una città che è al tempo stesso radice e orizzonte, specchio di un’identità complessa e universale. Pino è stato espressione vivente di questa città-mondo, intrecciando la tradizione partenopea con linguaggi contemporanei e dando voce a un patrimonio culturale che attraversa i secoli e i confini. La mostra è suddivisa in due parti e in nove aree tematiche. La prima parte ripercorre la storia di Pino Daniele dal 1955 al 1977, anno di pubblicazione del suo primo album, “Terra mia”, impreziosita dalle ricostruzioni scenografiche della sala prove (la “Grotta” di tufo, punto di riferimento per suonare e fare ricerca musicale) e di un tipico live club notturno di Napoli degli anni ’70, luoghi che contestualizzano gli esordi del musicista, consentendo ai visitatori di attraversare varie epoche e di interagire con la sua magia.
La seconda parte, invece, narra in maniera intima e completa la sua vita e la sua carriera dal 1977 al 2014 attraverso un percorso cronologico che intreccia la sua evoluzione musicale e personale con un focus sugli incontri, sulle collaborazioni e sulle produzioni musicali. La mostra è promossa dalla Fondazione Pino Daniele, presieduta da Alessandro Daniele, con il Ministero della Cultura, Palazzo Reale, Regione Campania, Comune di Napoli, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con la media partner di Rai, con la collaborazione di Rai Teche, Archivio Luce e con Fondazione Campania dei Festival, curata da Alessandro Daniele e Alessandro Nicosia. Il progetto porta il sigillo “70/10 Anniversary”, assegnato esclusivamente a eventi, progetti e manifestazioni che, oltre a rendere omaggio alla memoria di Pino Daniele, rappresentano un valore significativo e un contributo rilevante alla sua eredità musicale e culturale, in occasione dei 10 anni dalla sua scomparsa e dei 70 anni dalla sua nascita.