Pnrr, quinta e sesta rata sempre più vicine: progressi per l’85% dei lavori

C’è grande ottimismo, in Italia in generale, nel Governo Meloni in particolare, per quanto riguarda il Pnrr. La quinta rata sta per arrivare, è tutto pronto per inviare la richiesta della sesta rata. C’è grande ottimismo anche perché gli enti locali sono stati in grado di inviare le rendicontazioni dei progetti in una tempistica più celere rispetto alle ultime volte. E l’Europa sembra gradire il livello di avanzamento dei lavori in Italia: circa l’85% dei progetti è in fase di sviluppo. Soddisfatta soprattutto in quei settori chiave per ammodernare la Nazione: la transizione digitale, quella ambientale, e nel comparto delle riforme. C’è dunque da concludere questo: anche per l’Unione europea, l’Italia è tra gli Stati membri più avanzati in fatto di attuazione dei lavori del Pnrr.

Ottimo stato di avanzamento

Tutto un lavoro che, secondo il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, “ci colloca in modo evidente come il Paese che oggettivamente è più avanti. Come peraltro la Commissione europea ha indicato nel suo rapporto di febbraio sia come numero di obiettivi raggiunti sia come fase di attuazione dello stesso piano”. Secondo l’Unione europea, infatti, la stragrande maggioranza dei lavori ha segnato degli sviluppi, che diventano “sostanziali” nel 25% dei casi totali. Il 58% delle volte, invece, si tratta di “alcuni avanzamenti”. Il 2% dei lavori è in “piena implementazione”, mentre il 6% non ha visto alcuno sviluppo. Lo si capisce dal Rapporto Paese pubblicato mercoledì scorso dalla Commissione. L’Italia, risulta nel quadro riportato dai vertici comunitari, fa bene in fatto di transizione ambientale e digitale, come pure sulle riforme quali quella sulla lotta all’evasione, sulla pubblica amministrazione e sulla giustizia civile.

Mai più fanalino di coda

Così, l’Italia è riuscita a eliminare quella dicitura pregiudiziale di fanalino di coda della quale “godeva” in Europa. Dai bassifondi di ogni classifica, da quando Giorgia Meloni è arrivata a Palazzo Chigi, la nostra Nazione ha potuto riscoprire un’autorevolezza che basta per una rinnovata considerazione internazionale: un nuovo importante polo politico e finanziario del continente, che appare ed è stabile di fronte a un’incertezza sempre crescente dei mercati e a una costante instabilità politica da parte degli altri partners comunitari. E sul Pnrr, l’Italia sta riuscendo a sfruttare a pieno le sue risorse: secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, si tratta di risorse indispensabili, dal momento che concludere in tempo tutti gli obiettivi permetterà all’Italia di garantirsi ben 3 punti percentuali del Pil fino al 2026, che saliranno a 10 entro il 2050. Non essere al passo con i tempi previsti e richiesti, dover restituire i soldi all’Unione, non solo costituisce una brutta figura per l’Italia, ma comporterebbe il fallimento di una buona occasione di crescita per tutta la Nazione.

In arrivo 10 miliardi

Nella seduta della cabina di regia, convocata per questa mattina a Palazzo Chigi, si parlerà proprio di questo: di come far andare avanti lavori e richieste di risorse. Sembra essere in dirittura d’arrivo la quinta rata del Piano, che il Governo mira a ricevere entro luglio. Si tratta di 10 miliardi e 600 milioni di euro, che potrebbero essere anche di più nel caso di una possibile rimodulazione dei 57 obiettivi. Poi c’è in ballo la sesta rata, per la quale la rendicontazione dei 37 obiettivi deve essere spedita a Bruxelles entro la fine del corrente mese. Ulteriori 8,5 miliardi di euro che porterebbero la cifra già ricevuta dall’Italia oltre la soglia dei 120 miliardi di euro, ben oltre la metà del totale, dei quasi 200 miliardi di euro che la Commissione sta elargendo all’Italia, sulla decisione di un algoritmo, e non di una trattativa serrata, come voleva farci credere l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

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