Si è conclusa domenica sera con l’intervento dei cantautori Paolo Meneguzzi e Simone Tomassini la prima edizione di Communis, la tre giorni di Fratelli d’Italia che ha fatto di Cantù un vero e proprio laboratorio politico alimentato dagli interventi di alcuni dei protagonisti del pensiero conservatore che sta alla base della destra di governo.
Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo da venerdì, quando il coordinatore provinciale Stefano Molinari insieme a Christian Gabelli e Valeriano Maspero del Circolo Pietrasanta di Cantù hanno aperto i lavori chiamando sul palco Sergio Gaddi di Forza Italia e Laura Santin della Lega, a dimostrazione che il centrodestra lavora unito tanto a Roma quanto sul territorio.
Subito dopo il Sottosegretario comasco Alessio Butti ha introdotto il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan che, intervistato da Alessandro Nardone, ha parlato dell’azione di governo e dell’importanza della difesa dei valori della civiltà occidentale dagli attacchi di una sinistra in preda ai fanatismi di politicamente corretto e ideologia woke: «non dobbiamo vergognarci delle nostre idee e dobbiamo smettere di accettare la narrazione della sinistra». A seguire, Nardone ha dialogato con Francesco Fabiano, mental coach che ha presentato “Il potere della leggerezza”, il suo ultimo libro.
Il sabato mattina si è aperto con un’interessante tavola rotonda sul governo del territorio, moderata da Natalia Cattini, a cui erano rappresentate tutte le forze politiche con Nicoletta Anselmi, Edgardo Arosio, Massimo Cappelletti, Maurizio Facchini, Antonio Pagani e Francesco Pavesi. Nel pomeriggio spazio alla cultura con l’intervista di Alessandro Nardone a Edoardo Sylos Labini, direttore del mensile CulturaIdentità, che ha affermato «che la cultura identitaria alternativa a quella della sinistra c’è e va diffusa a ogni livello».
Di sicurezza e giustizia si è discusso con l’On. Andrea Pellicini (FdI) ed il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega), che hanno ricordato l’impegno comune in iniziative come quella per contrastare lo spaccio nei boschi, ma anche il tema dell’immigrazione e la riforma della Giustizia.
Estremamente interessante l’intervista di Nardone a Marcello Foa, già presidente RAI e oggi conduttore del programma di approfondimento “Giù la maschera” su RAIRadio1, che nel presentare il suo ultimo libro “Il Sistema (In)visibile” ha rappresentato la visione di insieme del sistema costituito da forze economiche e politiche «che erodono sempre più potere decisionale alle singole nazioni e, di conseguenza, all’azione dei rispettivi governi».
Subito dopo è stata la volta dell’Assessore regionale a Trasporti e Mobilità sostenibile Franco Lucente, che ha parlato degli investimenti per il rinnovo delle flotte e dell’iniziativa Stazioni sicure, mentre il consigliere regionale lariano Anna Dotti ha tracciato un resoconto della sua attività di presidente della Commissione Cultura e Sport.
La domenica mattina si è aperta con una doppia intervista a due giovani come Marika Brun, Assessore al Comune di San Siro ed Emanuele Marone, presidente provinciale di Gioventù Nazionale che, dialogando con Alessandro Nardone, hanno raccontato come e perché si sono avvicinati alla politica.
Alle 11:00 in punto, l’attesissimo arrivo di Alessandro Sallusti per la prima presentazione di “La versione di Giorgia”: intervistato da Alessandro Nardone il direttore del Giornale ha raccontato alcuni tra gli aneddoti più significativi e anche divertenti avvenuti nel corso dei circa 40 incontri con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «una donna coerente e determinata che per la prima volta ha portato una precisa idea di Italia al governo e che, soprattutto, non è assolutamente schiava del potere e che, per questo e altri aspetti, ricorda molto da vicino la “lady di ferro” Margaret Thatcher».
La giornata è poi continuata con l’intervista all’assessore regionale ad ambiente e territorio Gianluca Marco Comazzi (FI), l’interessante panel sul Marketing Territoriale al quale sono intervenuti Marco Ambrosini, Alessandro Bolla, Edoardo Colombo, Luca Noseda, Massimo Novati, Alessandro Santoro e l’On. Umberto Maerna di Fratelli d’Italia.
A strettissimo giro è stata la volta dell’intervista di Alessandro Nardone al coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Stefano Molinari, che ha raccontato le tappe del suo impegno in politica, partito negli anni ’70 nel Fronte della Gioventù «quando andare in giro col Tricolore significava rischiare la propria incolumità fisica», passato per Alleanza Nazionale con le esperienze in consiglio comunale e giunta del capoluogo lariano e, infine, la traversata del deserto che ha portato Fratelli d’Italia ad essere il primo partito, «una soddisfazione immensa che ripaga i sacrifici di tanti di noi che non hanno mai smesso di crederci, anche quando eravamo al 2%».
Giusto il tempo di una foto di gruppo, e sul palco hanno preso posto i protagonisti dell’intervento principale di questa riuscitissima prima tre giorni di Fratelli d’Italia a Cantù, quello del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega a Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale Alessio Butti, che è stato protagonista di un’intervista a tutto campo con l’editorialista di Libero Francesco Specchia su temi di strettissima attualità come l’immigrazione «finalmente abbiamo un governo e un presidente del Consiglio che sta affrontando il problema in termini strutturali», le materie di sua competenza come l’intelligenza artificiale «che è una grande opportunità ma nasconde anche diverse insidie da cui intendo mettere al riparo i nostri concittadini, a partire dai minorenni», per poi focalizzarsi su una transizione digitale che non può prescindere dall’infrastruttura tecnologica «abbiamo ereditato una situazione disastrosa dai precedenti governi, ma stiamo lavorando per rimetterci al passo».
Alle 21:00 è stata la volta dei cantautori Simone Tomassini e Paolo Meneguzzi, che sono stati protagonisti di una doppia intervista con Alessandro Nardone in merito alle recenti polemiche con Fedez e J-Ax rispetto alla qualità della musica che il circuito del mainstream spinge in cima alle classifiche esponendo bambini e adolescenti «all’ascolto di testi sessisti, violenti, che inneggiano all’uso di stupefacenti e raffigurano la donna alla stregua di un oggetto», ha spiegato Paolo Meneguzzi, che dopo essersi esposto ha ricevuto centinaia di minacce «ma molti più messaggi di mamme e papà che mi chiedono di andare avanti».
Sulla stessa lunghezza d’onda Simone Tomassini che ha raccontato come «quando ero all’apice della mia carriera ho capito che la mia vita non mi apparteneva più, e che non avrei più potuto esprimermi liberamente. Ho preferito uscire da quel giro e cominciare ad autoprodurmi: ho perso i riflettori ma sono rimasto fedele ai miei valori e oggi posso guardare mia figlia Charlotte negli occhi: questo vale più di qualsiasi altra cosa». Dopodiché il rocker comasco ha cantato “a cappella” un suo pezzo del 2008, “Ho scritto una canzone”, che si conclude con una frase che ha emozionato sia Nardone che il pubblico in sala: «ho scritto una canzone per me e la mia famiglia che resterà eterna, come il suono del mare in una conchiglia».
Politica, cultura, musica, passione ed emozioni: Communis è stato un intreccio di tutto questo.
I video delle interviste sono disponibili sulla pagina Facebook di Communis.