Su disposizione della magistratura barese sono stati appena sequestrati beni per 16 milioni nei confronti di tre figure apicali della banca: Gianluca Jacobini e altri due, indagati per ostacolo alla vigilanza.
Avevano concesso finanziamenti a grandi gruppi imprenditoriali per l’acquisto di azioni della banca, inserendone il valore nel bilancio e nel patrimonio di vigilanza anche se quei soldi, in realtà, erano già dell’istituto di credito. Una vera e propria “operazione baciata” nascosta a Bankitalia, che aveva permesso di rappresentare una situazione economico-finanziaria e patrimoniale non veritiera della banca, in occasione dell’ispezione di Bankitalia avviata a giugno 2016 e conclusa nel mese di novembre dello stesso anno.
I funzionari poi eseguivano gli ordini dei dirigenti (gli Jacobini) aggiustando le poste contabili, e indicando un utile sempre presente, così da creare una fiducia in capo ai clienti della Banca che sottoscrivevano le azioni BpB inconsapevoli del rischio. Infine per perfezionare la raccolta del risparmio necessario alla propria ricapitalizzazione, (visto che il patrimonio dell’istituto veniva mal amministrato), veniva predisposto un programma di profilatura della clientela non idoneo a rendere edotta quest’ultima dei reali rischi derivanti dalla sottoscrizione degli strumenti finanziari emessi, tenuto conto dell’età, del grado di istruzione e delle esigenze di liquidità degli investitori.
In tutto questo si comprende bene che tale gestione criminale sia stata fatta a spese dei 70.000 azionisti, la maggior parte costituita da pensionati, dipendenti, piccoli risparmiatori, che hanno sostanzialmente perso tutti i loro risparmi.
Cambia la geografia, ma non cambiano i vizi dei banchieri coinvolti nei recenti scandali bancari: anche a Bari, come nelle 4 banche centrali andate in risoluzione, assistiamo allo stesso copione, aggiustamento dei bilanci, ostacolo alla vigilanza e scorretta profilatura dei clienti. E lo scenario che, grazie alle indagini della Procura di Bari sta venendo pian piano fuori è quello di una vera e propria “associazione a delinquere”.