Il lavoro della maggioranza sulla riforma costituzionale prosegue a buoni ritmi, forte della necessità di garantire la “stabilità dei governi” e il “legame inscindibile tra premier eletto e cittadini”. È quello che emerge dalle parole di Alberto Balboni, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Affari costituzionali al Senato. L’obiettivo del governo è favorire l’ingresso degli investitori che negli ultimi anni, come recenti studi dimostrano, sono stati disincentivati a investire in Italia a causa della forte instabilità degli esecutivi: la riforma del premierato potrà realmente ovviare a questo problema, proponendo finalmente strategie a lungo termine che renderanno certi gli imprenditori di quale sarà l’indirizzo politico della Nazione. Balboni, intercettato dal Dubbio, ha esposto le novità sulla riforma, soprattutto in merito alla norma anti-ribaltone, prevista nel testo iniziale ma che celava alcune insidie: “Il problema che ci hanno fatto presente praticamente tutti gli oltre 50 costituzionalisti che abbiamo audito – ha spiegato Balboni – è che la cauta del secondo premier avrebbe portato allo scioglimento delle Camere, e questo gli avrebbe dato un potere enorme, perché poteva minacciare in qualsiasi momento le dimissioni condizionando il Parlamento”. Un rischio di ingerenza troppo grande, insomma, che ha spostato l’attenzione della maggioranza sulla formula simul stabunt simul cadent¸ letteralmente “insieme staranno, insieme cadranno”: in pratica, se viene meno l’appoggio del Parlamento, il governo cadrà – come succede già oggi – ma secondo tale formula, alla caduta dell’esecutivo dovrà seguire anche lo scioglimento delle Camere, con conseguente ritorno alle urne. La norma anti-ribaltone (per la quale al governo dimissionario succede un premier scelto dalla maggioranza) verrebbe riconfermata solo in caso di morte del Presidente del Consiglio o per condanna per reati gravissimi.
Novità anche sul premio di maggioranza: sul tema è stato fatto un passo indietro perché “si trattava di un’ingessatura eccessiva. Abbiamo ritenuto – ha detto ancora Balboni – che fosse più rispondente al modo in cui è scritta la nostra Costituzione indicare i principi ai quali la legge elettorale si deve uniformare e poi lasciare che sia essa a definire in modo dettagliato come deve funzionare l’assegnazione del premio”. Balboni ha anche risposto alle polemiche della sinistra in merito a una presunta limitazione dei potere del Presidente della Repubblica, al quale invece è previsto il potere, oltre di nominare i ministri, anche di revocarli: “Altro che limite ai poteri del Quirinale”, ha commentato. E al di là delle proteste della sinistra, che insiste sulla linea del “no”, è risaputa l’apertura della maggioranza sul tema: “Io diffido sempre di chi pensa di avere la verità in tasca – ha detto infine Balboni – quindi il dialogo è ben voluto”.