Malgrado i divieti di chi si occupa di ordine pubblico, i pro-Pal oggi sfileranno le strade delle maggiori città italiane, aizzati anche da quella sinistra più irresponsabile che, piuttosto che invitare i suoi giovani a moderare toni e metodi nel mantenimento di una quiete che appare ormai lontanissima, ha inteso protestare contro il divieto delle manifestazioni, arrivato a causa del loro chiarissimo richiamo a un attentato terroristico, il 7 ottobre 2023. Oggi, 5 ottobre, i Giovani Palestinesi hanno richiamato tutti i loro affini a scendere in piazza per omaggiare chi, quel 7 ottobre, fece una carneficina di giovani israeliani, chi si recò nei kibbutz per uccidere e decapitare neonati innocenti. Le proteste della sinistra fanno appello alla libertà di manifestazione, ma il ministro Piantedosi è stato chiaro: “Con preavvisi che in maniera più o meno allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l’esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile lasciar fare”.
Lo strano caso dei pacifisti pro-Hamas
Il divieto, a quanto pare, non fermerà l’odio e lo strano caso dei pacifici pro-Hamas, pro-Hezbollah e pro-terrorismo islamico, sarà palese nelle piazze italiane quest’oggi. Ci saranno tutti: i vari collettivi studenteschi pubblicizzano da giorni l’evento sui social network: “Il 5 ottobre – scrivono – scendiamo in piazza. E non ci frega nulla di un divieto. Perché uno Stato che vieta le manifestazione è uno Stato fascista”. Inutile dire, ovviamente, come siano immancabili i riferimenti alla deriva autoritaria, gli attacchi al Governo Meloni e ai cosiddetti “agenti sionisti”, quelli i cui volti sono stati fatti sfilare turpemente a mo’ di gogna pubblica. Ci sarà il nuovo Partito comunista italiano, che si preparerà a urlare slogan vecchi e nuovi, come “Palestina terra mia, Israele vai via” o “Con Hezbollah, onore a Nasrallah”, il capo dell’organizzazione criminale ucciso alcuni giorni fa dalle forze israeliane. Gli insulti sono tutti per Benjamin Netanyahu, capo del governo israeliano che già è apparso, sui social, con una stella di David, quella che contraddistingueva gli ebrei da inviare ai campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Un montaggio fatto da quella sinistra che per anni ha propagandato la Shoah ovunque, dalle televisioni alle scuole, ma che ora sta ripudiando appena i tempi si sono fatti, per così dire, “maturi”.
Le forze dell’ordine sono pronte
Sfileranno, dunque, anche al di là del divieto e le forze dell’ordine corrono già ai ripari: si prevedono controlli serrati, anche ai caselli autostradali più vicini alla zona di partenza del corteo, piazzale Ostiense a Roma. La situazione, secondo il titolare del Viminale, sarà gestita “con equilibrio dalle nostre forze di polizia, di cui mi fido ciecamente”. Si prevedono, dunque, già disordini. E non poteva essere altrimenti: i precedenti non parlano di una situazione calma e sotto controllo, con le violenze perpetrate contro gli agenti delle forze dell’ordine, attaccati spesso e volentieri dalla furia pro-Pal. Negli ultimi mesi, i collettivi e quel coacervo di comunisti e militanti di estrema sinistra hanno occupato scuole e università, hanno boicottato Israele e richiesto l’abbandono degli accordi di cooperazione di studio e di ricerca con gli atenei israeliani. Un modello, quello ricercato dai pro-Hamas, che non è affatto pacifista, come vorrebbero far credere: è logico, dunque, prevedere dei disordini. Oggi pomeriggio avremo modo di vedere se l’Intifada italiana, fatta di ipocrisia e di controsensi, darà – speriamo di no – i suoi frutti a scapito dell’ordine pubblico.