Prodi e Bertinotti sclerano su Ventotene: la vecchia guardia non si smentisce

Tra i primi a denunciare l’episodio è stato il giornalista Nicola Porro. Una delle sue inviate ha raccontato di essere stata attaccata, anche fisicamente, da Romano Prodi. L’ex presidente del Consiglio, alla richiesta di commentare un passo del manifesto di Ventotene, non ci ha visto più e ha risposto: “Che cavolo mi chiede? Il senso della storia ce l’ha?”. Ma quello che non si vede dalle immagini divenute in poco virali, e anzi quello che si vedrà questa sera nel filmato inedito che andrà in onda a Quarta Repubblica, è la risposta fisica di Prodi. “Mi ha tirato una ciocca di capelli”, ha raccontato la giornalista, Lavinia Orefici, al Giornale. “Mi ha tirato una ciocca come fossi un asino”, ha detto. Eppure nessun giornale progressista pare abbia raccontato tutta la verità. All’episodio sono stati dedicati dei trafiletti, piccoli titoli, ma della strattonata di capelli neppure l’ombra. Nessuno dei più grandi giornali tanto cari alla sinistra pare abbia trattato l’episodio. E nessuno ha evocato il sempreverde sessismo o, quantomeno, un po’ di galanteria. Niente di niente. Caduto nel dimenticatoio, perché c’è un problema di fondo: la giornalista ha osato fare una domanda sgradita a Romano Prodi, detto Mortadella, e questo pare essere più grave della sua reazione.

Restiamo nell’area della vecchia guardia della sinistra. Dopo Romano Prodi, che torna sempre più forte in politica quasi per ovviare alle lacune della segreteria Schlein, altro nome incriminato nelle ultime ore è quello di Fausto Bertinotti. L’ex leader di Rifondazione Comunista, anche lui, non ci ha visto più parlando del manifesto di Ventotene e su La7 ha dato il ‘meglio’ di sé: “Io che sono un non violento, avrei lanciato un oggetto contundente contro la Presidente del Consiglio, magari facendomi espellere perché bisogna segnalare che un limite è stato oltrepassato”. Parole condite con alcune risatine di accompagnamento. Parole che non ci si aspetterebbe da una persona che è stata pienamente parte del gioco politico, arrivando perfino a ricoprire la terza carica dello Stato. Non sarebbe una bella immagine vedere un Presidente della Camera attaccare fisicamente un Presidente del Consiglio.

L’Ulivo si è spezzato

Cattivi maestri. Stavolta, però, sono nomi grossi. E infatti le reazioni sono state forti tra le file di Fratelli d’Italia: “La gravità di quanto abbiamo ascoltato ieri non può passare sotto silenzio né può essere tollerata da parte di chi dirige una tv, seppure faziosa” ha detto il deputato Marco Perissa. “È il caso di dire che l’albero si è seccato e sradicato dalla realtà. E pensare che qualcuno avrebbe voluto ripiantarlo” commenta invece la senatrice Ester Mieli. Secondo il deputato Paolo Marcheschi, le parole di Bertinotti potrebbero “armare la mano di qualche malintenzionato. Ci attendiamo dall’ex leader di Rifondazione Comunista delle scuse e da La7 una presa di distanze”. Presa di distanza che ancora manca. Sulla strattonata di Prodi, invece, interviene Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Romano Prodi parla di volgarità ma di volgare c’è solo la sua reazione spocchiosa verso una giornalista, una lavoratrice, che denota il cortocircuito dell’opposizione e che abbiamo già visto in aula durante il discorso della premier Meloni”. Eppure la colpa di Meloni sarebbe semplicemente quella di aver osato criticare i punti di un manifesto che osannano atteggiamenti anti-democratici e lontani dalla visioni odierna di Europa e di società. Se questa critica ha provocato tali reazioni, capiamo bene allora perché quel manifesto è sempre stato così importante per la sinistra.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.