Proposta di legge n.158, Modifiche “Disciplina del settore fieristico”: terminato l’iter nelle Commissioni

“Abbiamo pensato di presentare una proposta di legge che renda il comparto fieristico veneto più competitivo e innovativo”, dice il presidente del gruppo consiliare FdI, Enoch Soranzo, primo firmatario. “È indubbio”, continua Soranzo, “che le fiere così come storicamente concepite non abbiano più ragione di esistere.
Oggi c’è bisogno di nuove aggregazioni, anche tra enti diversi, per competere a livello internazionale e di considerare il sistema fieristico come acceleratore di sviluppo del territorio e del sistema industriale.” In una congiuntura economica così complessa come quella attuale, gli eventi fieristici costituiscono per le aziende occasioni uniche per fare sistema e generare nuove opportunità di business a beneficio di tutte le filiere.
Naturalmente, non si tratta soltanto di eventi verticali in cui gli operatori specializzati si possono incontrare tra loro in un’ottica di network, ma anche consumer, cioè che permettano alle aziende d’intercettare il mercato di riferimento e promuovere i loro prodotti, insomma una vetrina acceleratore di sviluppo per le imprese e fidelizzazione dei clienti. “È necessario”, chiosa Daniele Polato, cofirmatario della proposta di legge, “rafforzare tutte le sinergie possibili per la crescita del territorio, sfruttando al massimo questi spazi espositivi privilegiati dove presentare al mondo i tanti prodotti innovativi del Made in Italy, in un’ottica di sviluppo dei processi di crescita, innovazione ed esportazione.” “Nell’era di internet”, sottolinea Soranzo, “tutti i prodotti, novità comprese, sono a portata di mano in tempo reale. In più, il covid non ha certamente aiutato un comparto già in crisi, e la forte sofferenza in cui vive oggi è sotto gli occhi di tutti.” In effetti, esclusi i prodotti che devono essere fisicamente “testati”, le fiere generaliste com’erano tradizionalmente concepite non hanno più molto senso, a meno che non si possa contare su brand fortissimi che attirano visitatori a prescindere, o percorsi esperienziali innovativi. “Chi visita una fiera”, dice Soranzo, “in genere ha il potere di decidere, e quindi la necessità di andare in un luogo dove, in breve tempo, possa avere una panoramica completa dell’offerta produttiva. Il visitatore incontra e osserva il competitor, tocca con mano il livello d’innovazione e la fiera ridiventa quindi un luogo rassicurante e formativo. Quello che s’intuisce è che le fiere per sopravvivere dovranno tuttavia tendere a modelli ibridi, innovarsi sia nel mondo fisico che in quello digitale, aprendo un nuovo scenario che prende il nome di Phygital, un ambiente nel quale le relazioni fisiche tra le persone saranno accompagnate da quelle digitali, durevoli a distanza.” Ogni anno, il comparto italiano coinvolge circa 200.000 espositori e 20 milioni di visitatori, genera affari per 60 miliardi di euro e da’ origine al 50% delle esportazioni delle imprese che vi partecipano. “Abbiamo ritenuto quindi necessario un aggiornamento della legge”, chiosa il consigliere cofirmatario della proposta di legge, Daniele Polato, “proponendo l’istituzione di un Tavolo per il sistema fieristico regionale destinato alla co-progettazione sinergica tra la componente politica, quella amministrativa dirigenziale e le associazioni di categoria per una più efficace programmazione e una visione condivisa. Insieme a questo, abbiamo inoltre previsto la possibilità che la Regione possa concorrere finanziariamente alla promozione e allo sviluppo sui mercati esteri del sistema fieristico regionale, per acquisire non solo nuovi espositori interessati al mercato veneto ma anche promuovere le varie manifestazioni e gli eventi fieristici del territorio regionale.”

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