Proteste degli agricoltori, Bonelli strumentalizza ma dal governo arrivano le vere risposte

La sinistra ha più volte provato di portare dalla propria parte gli agricoltori, le cui manifestazioni sono nate in realtà per protestare contro la sinistra stessa, in particolare contro quella europea che, negli ultimi anni, ha messo in atto delle politiche pericolosamente dannose per il comparto grazie anche alla mai ritirata complicità della sinistra italiana, più di una semplice partecipante negli iter di attuazione di quello che più volte è stato definito “ambientalismo spietato”. Sussidi per lasciare le terre incolte, per il ritorno dei boschi e degli stagni – sì, gli stagni -, divieto di alcuni pesticidi ritenuti tossici, concorrenza sleale dai Paesi che non sono sottoposti a certe rigidi regole, importazione di farine di insetti e l’occhio strizzato alla produzione di carne sintetica: tutti fattori che hanno portato gli agricoltori a contestare le Istituzioni europee.

I tentativi della sinistra di unirsi a una protesta provocata dalla sinistra stessa sono andati avanti anche ieri, tramite l’intervista del verde Bonelli a La Stampa. Proprio nel giorno in cui si è rafforzato il dialogo tra politica (di destra) e il mondo degli agricoltori; un dialogo che, a dire il vero, non è mai mancato e che si è intensificato dall’inizio della legislatura. L’impegno del governo si è fatto sentire soprattutto in Europa, grazie al lavoro del ministro Lollobrigida a difesa del comparto agroalimentare italiano: esempi chiari sono la lotta contro l’etichettatura fuorviante dei vini, la costruzione di un fronte comune per contrastare l’arrivo dei cibi sintetici e il lavoro contro il divieto di pesticidi su cui la Commissione europea, tramite il presidente Von der Leyen, ha aperto a una possibile deroga.

Piccole vittorie che però la sinistra prova a minimizzare, parlando di strumentalizzazione delle destre. Secondo Angelo Bonelli, infatti, “Meloni e Salvini cercano solo di strumentalizzare la protesta attribuendone la colpa sulla transizione ecologica”. E su Lollobrigida, del quale il verde ha chiesto le dimissioni, “sta pagando per aver consegnato la gestione delle politiche agricole alla Coldiretti”, la quale sarebbe “una forma di lobbismo per le grandi aziende ortofrutticole”. La realtà, però, è un’altra: la via del dialogo tra governo e agricoltori si sta rivelando la più fruttifera. Ieri sera l’ultimo incontro con i rappresentanti del mondo agricolo, che si sono detti soddisfatti e che hanno accettato di buon grado la proroga dell’esenzione Irpef: una misura inizialmente prevista per tutti i lavoratori agricoli, che comportava però effettivi risparmi soltanto per i redditi più elevati. La proroga ora riguarderà i redditi fino a 10 mila euro, a tutela maggiormente dei piccoli imprenditori: secondo Lollobrigida, ora la misura “garantirà più del 90% delle imprese agricole”. L’appoggio del governo si è fatto sentire anche materialmente con l’incontro serale del ministro Lollobrigida agli agricoltori in presidio sulla via Nomentana a Roma prima del corteo autorizzato sul Grande Raccordo Anulare: “Noi – ha assicurato – non siamo disponibili a rinunciare all’agricoltura, al nostro cibo, persone che vogliono soltanto lavorare e far crescere le proprie famiglie”. Lollobrigida ha garantito l’impegno del governo spiegando, infine, che il ministero “non è casa mia, ma casa vostra”.

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