«Tutti hanno sempre pensato che il Mondiale in Qatar fosse una enorme forzatura, “riuscita” p
Il 14 luglio del 2021, mentre in Senato si dibatteva del ddl Zan e infuriavano polemiche sulla legge anti-gender in Ungheria, Fazzolari chiedeva conto alla sinistra del silenzio tombale sul trattamento riservato agli omosessuali nei Paesi del Golfo. Le sue parole: «Orbán non stacca gli assegni che staccano i qatarioti e i sauditi ai politici italiani ed europei: ecco perché di lui si parla».
Rileggendole oggi fanno una certa impressione e sono il punto di partenza della lunga intervista concessa dal sottosegretario a Libero. «Aspettiamo gli sviluppi (del Qatargate, ndr), ma che qualcosa non andasse era palese. Più volte Fdi ha chiesto alla sinistra di spiegare come potesse, da un lato, ergersi a paladina dei diritti e, dall’altro, sostenere il modello culturale di Paesi che reputano l’omosessualità un reato, punito per giunta severamente», racconta il sottosegretario.
Il braccio destro del premier mette in guardia sul pericolo che «si creino delle pericolose convergenze fra chi è ideologicamente favorevole all’immigrazione irregolare e chi vede in questa immigrazione un modo per incentivare la presenza islamica in Europa». E non solo. «Ricordo che Fdi è stato l’unico partito a votare contro l’accordo Italia-Qatar sugli interscambi culturali, formativi e universitari.
Intesa che prevedeva anche la possibilità di finanziamenti. Tradotto: del Qatar presso le nostre scuole, università, centri di cultura, favorendo ancora di più la possibilità di fare proselitismo in Italia». Siglato a Roma nel 2012 dal governo Monti, l’accordo di cooperazione è stato ratificato otto anni più tardi (nonostante le barricate altissime di Fdi) dal parlamento italiano. «All’
Peccato si tratta di quella stessa area politico-editoriale che per molti anni proprio su questi argomenti ha accusato Fdi di islamofobia», continua Fazzolari. Attenzione però, la soluzione non può e non deve essere quella di recedere da qualsivoglia rapporto con il mondo islamico. «Non c’è nulla di anomalo né di sconveniente nell’intensificare i rapporti fra Italia e Paesi del Golfo sia in ambito energetico che nei mille campi dove si può trovare un reciproco vantaggio a collaborare. Ciò ovviamente non vuol dire – e vale per il Qatar come per l’Arabia Saudita e la Cina – che Italia e Europa debbano accettare ingerenze culturali e influenze politiche. Una grande Nazione si riconosce anche da come riesce a tenere distinti questi aspetti, senza sovrapporli e senza far discendere necessariamente uno dall’altro. E cioè: che per avere buoni rapporti commerciali ed energetici con determinati Paesi non è necessario accettare un pacchetto più vasto».
Tornando al Qatargate non tutti i mali vengono per nuocere. «Da uno shock del genere – ragiona Fazzolari in chiosa – comunque si può sperare che emerga una visione più obiettiva e meno ideologica delle dinamiche in seno all’Ue. Perché spesso si ha la sensazione che al merito delle cose prevalgano posizioni preconcette dettate da secondi fini. Ecco: in tale prospettiva, e a prescindere da questo scandalo, è certo che in un’Europa a guida conservatrice non ci sarebbe spazio per nessuna ingerenza straniera».