Su, nel lontano nord, si vive proprio bene. Almeno, è quello che si evince dall’indagine annuale del Sole24ore sulla qualità della vita nelle province italiane, giunta quest’anno alla sua trentesima edizione. Infatti, le province autonome di Bolzano e Trento insieme hanno collezionato ben 25 piazzamenti sul podio – tra cui 5 prime posizioni di Bolzano e 2 di Trento – dimostrando che evidentemente da quelle parti sono diventati proprio bravi a gestire la vita della città e dei cittadini, e che probabilmente lo statuto autonomo che sia Bolzano che Trento possono vantare, aiuta molto in questo lavoro.
La domanda che l’indagine del Sole24ore pone da trent’anni è sempre la stessa: ‘Qual è la provincia italiana dove si vive meglio?”. Oggi, a distanza di trent’anni dalla prima rilevazione, se non l’immagine di una città precisa c’è però ‘un identikit con alcune costanti molto evidenti’. Una buona qualità di vita – quando non proprio ottima – si registra in città con una forte identità sociale, inserite in un favorevole ambiente naturale, praticamente sempre in zone di montagna baciate dal turismo, proiettate verso la sostenibilità ambientale e con solide tradizioni amministrative. Non a caso quei primi posti di Bolzano e Trento, che a questa lista si sposano totalmente, affiancati da altre realtà molto simili, come Belluno – 9 piazzamenti e 2 vittorie -, Sondrio – 8 piazzamenti e due vittorie – e Aosta – 7 piazzamenti con 3 vittorie -. E’ così che balza agli occhi lo statuto speciale delle autonomie, sia per il Trentino che per la Val d’Aosta, che probabilmente aiuta città come Trieste e Gorizia ad entrare nella classifica dell’eccellenza.
Abbandonando la cintura alpina che tanto bene porta alle sue città, si può trovare del buono anche in pianura, soprattutto se si tratta della Pianura Padana. Arrivano le belle città dell’Emilia Romagna, dove la qualità di vita non è proprio da disdegnare. C’è Parma, con 6 podi di cui 2 primi posti, Reggio Emilia, Piacenza e Ravenna, anch’esse ben collocate nel nostro ideale medagliere. Poi, finalmente, spunta anche qualche grande città. Bologna, con tre primi posti, Milano, con due primi posti, e Firenze, con un primo posto, sono le grandi città che si contraddistinguono per le tradizioni di arte e cultura, ma anche per una discreta qualità della vita dei suoi residenti, sempre difficile da ottenere quando si tratta di grandi assembramenti urbani e tutte le difficoltà che recano con sé.
E poi le dolenti note. Quest’anno non fa differenza: il ritardo del Mezzogiorno, con classi dirigenti inadeguate ma talmente infiltrate nel tessuto sociale da essere quasi impossibile estirparle, e la quasi totale mancanza di programmazione per miglioramenti futuri. Nel meridione non produce benessere nemmeno quell’autonomia che tanto alla grande va al nord. Basta vedere che negli ulti 30 anni almeno 15 volte la maglia nera della peggior qualità di vita se l’è aggiudicata una città della Sicilia, regione a statuto autonomo.
In sintesi, quest’anno vince la classifica della miglior qualità di vita, Milano che si aggiudica l’ambito riconoscimento per il secondo anno consecutivo. Agli antipodi, Caltanissetta, all’ultimo posto per la quarta volta nella storia dell’indice.
Solo 18esima Roma, Capitale d’Italia.