Report fa flop: le accuse alla Guardia Costiera e al Governo smontate una per una

Quando sono finite le poche idee che si avevano, quando urlare al fascismo a destra e manca sembra non funzionare più, quando seminare il terrore di un presunta ritorno al totalitarismo non convince più nessuno, alla sinistra rimangono poche strade. Una di queste è sperare nelle inchieste di Report, che però come sempre, dopo gli eclatanti annunci di mega verità capaci potenzialmente di far cadere il governo, si risolvono sempre in un nulla di fatto. Questa volta il presunto scoop riguardava la gestione dei flussi migratori, in particolare un’imbarcazione partita dalla Turchia e affondata a giugno a 120 miglia di distanza dalle coste italiane, a metà tra le coste calabresi e le isole greche, dunque molto distante dalle acque territoriali italiane. Sull’imbarcazione c’erano 76 migranti, 25 erano minori. Una di quelle stragi che accadono quando c’è chi lucra sulle partenze clandestine. Gli 11 sopravvissuti, tra cui una bambina di 10 anni, sono stati soccorsi da un diportista francese, trasportati a Roccella Ionica e poi soccorsi ancora dalla Guardia Costiera, da Frontex, dalla Croce Rossa italiana e dalle altre Ong.

La tesi di Report è che le autorità italiane abbiano voluto insabbiare il naufragio per evitare ripercussioni negative sull’opinione pubblica, dopo la strage di Cutro. A sostegno di tale tesi, Report racconta che il naufragio sarebbe stato segnalato dall’associazione Alarm Phone alla Guardia Costiera italiana dopo la segnalazione di un giornalista curdo in contatto con alcuni migranti sull’imbarcazione. Il programma condotto da Sigfrido Ranucci sostiene che la Guardia Costiera non avrebbe fatto abbastanza per rintracciare l’imbarcazione segnalata, che il Viminale in seguito avrebbe occultato volutamente il fatto non diffondendo la notizia e disperdendo i superstiti e le salme in zone diverse tra loro, anche a chilometri di distanza. E a dimostrazione di ciò, Report sostiene che il Vice Prefetto che si era occupato della vicenda sarebbe stato “premiato” diventando assessore regionale. Tutte accuse, insomma, che infangano senz’altro non solo il governo con accuse di censura, le ennesime, ma anche la Guardia Costiera, non tenendo contro del lavoro delicato che i suoi membri svolgono con grande capacità 24 ore su 24 nel Mediterraneo.

Fake news smontate

Proprio la Guardia Costiera, infatti, ha inviato una nota di risposta alla redazione di Report, facendo sapere che il giornalista curdo aveva segnalato una posizione occupata tre giorni prima. In risposta, le autorità italiane hanno inviato una nave mercantile sul posto, ha richiesto la localizzazione dell’utenza telefonica alle compagnie telefoniche, assicurandosi che la zona fosse stata percorsa anche da assetti aerei di Frontex. Anche perché, del resto, quali sarebbero i motivi per i quali la Guardia Costiera non sarebbe dovuta intervenire in questo caso, dopo aver salvato migliaia di vite in fattispecie simili? In più, il fatto che sia stato un diportista francese a soccorrere per primo i naufraghi si spiega grazie allo stesso diritto marittimo, che impone che sia l’imbarcazione più prossima al naufragio a segnalarlo e a soccorrere i superstiti. In più, sulle accuse rivolte al Viminale, è quasi inutile sottolineare che i migranti superstiti sono stati spostati in ospedali diversi a seconda, come logica vuole, dei posti letto disponibili. La bambina di 10 anni è stata spostata a 250 chilometri da Roccella – accusa mossa da Report – perché lì si trovavano una sua zia e un cuginetto. Mentre anche il trasporto delle salme in luoghi diversi rispondeva non a una sorta di complotto censorio da parte del Governo, ma al problema meramente logistico delle camere mortuarie disponibili.

E l’asino casca quando, mentre si sostiene la tesi dell’occultamento delle prove da parte del Viminale, i cronisti locali che hanno partecipato alla puntata di Report erano tutti presenti quando i fatti sono avvenuti e hanno potuto documentare i trasferimenti, al corrente anche degli orari di arrivo. Al contrario, pare che il servizio di Report, arrivato comunque a mesi di distanza dall’accaduto, sia andato in ondata proprio ora che si è in prossimità dell’approvazione di un nuovo provvedimento della maggioranza, il Dl flussi, che regola anche nuovi procedure di segnalazione degli aerei delle Ong. Non è forse il tentativo di Report, piuttosto, di speculare sulla tragedia e sulla morte di tante persone pur di criticare il governo, a vuoto e senza argomentazioni veritiere?

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