Rispondere alle nuove esigenze di mobilità: L’importanza dei servizi a chiamata nel trasporto pubblico

Nella progettazione di un servizio di trasporto pubblico (tradizionale e non) si pone, quasi sempre, la scelta di dimensionare il collegamento rispetto a specifiche esigenze di mobilità (quelle che riescono a produrre consistenti flussi di domanda come per esempio gli spostamenti sistematici, oppure quelle delle fasce sociali più deboli). Esigenze di mobilità che si sono modificate nel tempo con la trasformazione delle aree urbane ed in funzione delle dinamiche economiche e demografiche. Emerge sempre più la necessità di aggiornare il servizio pubblico in modo da cogliere la complessità e l’articolazione dei fenomeni urbani.

Il processo di delocalizzazione delle funzioni produttive e delle famiglie, la diffusione sul territorio delle attività hanno comportato una progressiva diffusione della mobilità nelle aree più esterne a quelle urbane (centrali). Il post pandemia ha prodotto un graduale aumento della mobilità durante tutto l’arco della giornata e in sempre più vaste porzioni di territorio, con un conseguente allargamento delle tradizionali “punte” in più estese fasce orarie.

Accanto a questa generale tendenza di diffusione della mobilità, caratteristica delle organizzazioni territoriali più mature, si rileva una “specializzazione” del trasporto pubblico verso le componenti più sistematiche della mobilità, generalmente espresse da quella quota di popolazione che non sempre può disporre di mezzi di trasporto propri (per esempio gli studenti o gli anziani). Infatti l’evoluzione della domanda di trasporto pubblico indica un rafforzamento degli spostamenti in fasce orarie sempre più ristrette e connesse alla mobilità scolastica, mentre sempre più debole appare la domanda soddisfatta connessa alla mobilità non sistematica, cosiddetta occasionale o di pertinenza.

Nell’ambito delle peculiarità delle diverse tipologie di domanda e in relazione alla complessa struttura dell’offerta di trasporto, occorre definire forme di trasporto pubblico complementari a quelle tradizionali ed improntate sulla logica della flessibilità nella scelta dei percorsi, nella sequenza delle fermate, nei tempi (orari e frequenze): ovvero, servizi a chiamata, servizi flessibili sul territorio e nel tempo, sharing service con taxi e servizi speciali per persone con difficoltà motorie ed in aree a domanda debole.

Il servizio a chiamata è un servizio (flessibile) che può soddisfare a pieno le richieste delle esigenze di mobilità espresse dalle diverse categorie di utenti. È un modo per estendere il servizio di trasporto pubblico locale in aree nuove, decentrate, dove il servizio di linea convenzionale è scarsamente percepibile per l’insufficiente numero di corse o perché non è mai arrivato. La corsa viene effettuata solo quando serve ed al tempo previsto, evitando all’utente le attese. Il servizio a chiamata è una soluzione per le aree a domanda debole o non omogenee, aree periferiche, aree rurali, aree montane, aree dove, in alcune fasce orarie, il servizio non esiste (servizio notturno, servizio festivo, corse in orari di fascia morbida); è dunque una filosofia operativa da cui si possono trarre grossi vantaggi quando il servizio tradizionale risulta essere contemporaneamente poco attraente per l’utente e non economico per chi lo fornisce.

L’implementazione dei servizi flessibili rappresenta quindi l’occasione per avviare una incisiva operazione di ridefinizione dei servizi di trasporto pubblico fondata sulla reale conoscenza della mobilità (le richieste consentono di monitorare, in tempo reale, le caratteristiche degli spostamenti) attraverso la quale costruire un servizio tagliato sulle esigenze manifestate dalle diverse categorie di utenti.

Sono i cosiddetti servizi Demand Responsive Transit (DRT), una tipologia di servizio di trasporto collocabile a metà tra le due famiglie di servizi di trasporto oggi più diffuse e codificate come i servizi tradizionali di linea (classico TPL) e quelli non di linea (taxi e/o NCC). Rispetto ad un servizio di trasporto di linea, in cui sono predefiniti il tragitto, le fermate e l’orario di passaggio, un servizio a chiamata può modificare questi parametri sino ad assumere progressivamente le stesse caratteristiche di un servizio non di linea. Sono servizi che nascono da lontano ma che soltanto negli ultimi anni hanno visto una evoluzione grazie all’utilizzo delle piattaforme digitali.

Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility a settembre 2023 in Italia sono stati rilevati 29 servizi DRT (sostanzialmente bus a chiamata che utilizzano piattaforme digitali) dei quali 21 (72%) servizi attivi al Nord, 5 (17%) al Centro e 3 (11%) al Sud. Di questi 18 (62%) operano in aree urbane, 2 (7%) in aree periurbane e 9 (31%) in aree extraurbane.

La presenza di servizi innovativi quali i DRT permette una maggiore integrazione tra le diverse soluzioni di mobilità. La modifica significativa delle abitudini sulla mobilità, come anche confermato dal Rapporto 2023 di Pendolaria, impone una rivisitazione dell’assetto del sistema dei trasporti in ambito urbano ed extraurbano. Da questi presupposti occorre rilanciare e valorizzare il settore del TPL, anche dopo l’importante investimento dello Stato in relazione al rinnovo del parco rotabile.

Mobilità condivisa e trasporto a chiamata costituiscono un “unicum” del sistema dei trasporti in ambito urbano, sub ed extraurbano. La chiave del successo per garantire una mobilità ai cittadini sempre più rispondente alle esigenze quotidiane.

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Marco Foti
Marco Foti
Marco Carmine Foti Dirigente Nazionale Dipartimento Trasporti Fratelli d’Italia

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