Nei capitoli 12 e 13 del mio libro “Mai arrendersi – Il vero Donald Trump”, racconto il Russiagate e il Durham Report, entrambi simboli di una guerra politica senza precedenti che ha visto coinvolti Obama, Hillary Clinton, Joe Biden e le Istituzioni americane.
Partiamo dal Russiagate, che è stato a tutti gli effetti una delle fake news più grandi della storia americana. Il paradosso che emerge da questo capitolo è che i giornalisti, anziché fare luce sui fatti e mantenere l’obiettività che il loro mestiere richiederebbe, si sono prestati alla narrazione orchestrata dai democratici. In buona sostanza, la storia del Russiagate ha dimostrato che il sistema mediatico fosse pronto financo a distruggere se stesso pur di distruggere l’odiato Trump, facendo apparire la sua vittoria come un’aberrazione resa possibile solo grazie all’aiuto della Russia. Nessuno si preoccupava di verificare le fonti, nessuno si fermava a riflettere sulla mancanza di prove concrete: l’importante era screditare Trump, dipingendolo come un presidente illegittimo.
E qui entra in gioco il Durham Report, che racconto nel capitolo 13. Questo documento del Dipartimento di Giustizia, frutto dell’indagine durata anni, ha smontato pezzo per pezzo tutte le accuse mosse contro Trump, dimostrando come Obama, Hillary Clinton e Biden fossero pienamente consapevoli delle falsità diffuse. Non solo: erano loro i registi di questa grande messinscena. Uno degli elementi più inquietanti che emerge dal Durham Report è la rivelazione che l’Amministrazione Obama, attraverso l’Fbi e altre agenzie federali, abbia spiato Trump e la sua campagna elettorale, con l’obiettivo di impedirgli di battere Hillary Clinton.
È sconcertante pensare come queste vicende abbiano potuto contaminare il dibattito politico per anni, alimentando un clima di sfiducia e delegittimazione delle istituzioni. Questi capitoli sono una testimonianza di come il sistema politico americano, appoggiato dai media e da parte dell’intelligence, sia stato capace di costruire un vero e proprio castello di menzogne, tutto per evitare che Trump governasse.
Per chi è interessato a capire fino in fondo le dinamiche di questo scandalo, il Durham Report rivela come l’Fbi abbia ottenuto mandati per la sorveglianza elettronica di Trump e del suo team, utilizzando informazioni ingannevoli e omettendo dati contrari alle loro ipotesi di collusione. In altre parole, le istituzioni americane, quelle che dovrebbero proteggere la democrazia, si sono macchiate di pratiche illecite per ostacolare un candidato scomodo e inviso all’establishment globalista.
Uno spaccato impietoso di come il potere, quando minacciato, non si faccia scrupoli a utilizzare qualsiasi mezzo pur di proteggersi. Trump, però, non si è mai piegato a queste pressioni, e anche stavolta i fatti hanno dimostrato che aveva ragione. Nonostante gli attacchi continui e le falsità diffuse, è riuscito a dimostrare la sua innocenza, e il sistema di menzogne costruito dai democratici è crollato sotto il peso della verità.