Sacrifici rituali tra atroci sofferenze: il 30 luglio inizia l’Aid-el-Kebir islamico. L’Italia saprà affrontarlo?

Dal 30 luglio al 3 agosto i musulmani ricorderanno il salvataggio di Isacco da parte di Dio e l'offerta, da parte di Abramo, di un montone. Si tratta di una pratica spesso compiuta in modo barbaro nella totale illegalità con grandi rischi di tipo igienico-sanitario.

Dalla sera del 30 luglio fino alla sera del 3 agosto si terrà la festa liturgica islamica detta Festa del Sacrificio, īd al-a ḍḥā o Festa grande, AidelKebir.

Nel nel giorno della ʿīd al-aḍḥā, i musulmani sacrificano come Abramo un animale che deve essere fisicamente integro e adulto e può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide. L’animale viene ucciso mediante sgozzamento, con la recisione della giugulare che permetta al sangue di defluire, visto che per la legislazione biblica e coranica il sangue è sacro ed è quindi proibito mangiarne.

La Festa del Sacrificio quindi è una delle più importanti per il mondo musulmano, ma il il rischio che avvenga una mattanza di animali, molti macellati senza alcun rispetto delle norme, si fa molto alto in Italia. A questo bisogna aggiungere l’ulteriore livello di pericolo dato dalla diffusione del Covid-19, visto che la festa, nelle città con grandi comunità musulmante si prevedono massicci riversamenti di fedeli per le strade, in vista della preghiera.

Con circa tre milioni di musulmani in Italia, le stime secondo le associazioni animaliste, prevedono l’uccisione di diverse migliaia animali nei prossimi giorni, probabilmente in larga parte sgozzati clandestinamente con metodi illegali. Questo, nonostante la presenza di mattatoi autorizzati ad ospitare il rito nella legalità, secondo regole stringenti volte ad evitare ogni inutile sofferenza agli animali che saranno uccisi.

Del resto la legge parla chiaro: la macellazione rituale – che ricordiamo essere comunque illegale nella maggior parte del mondo occidentale – può avvenire soltanto nei macelli autorizzati, pena l’arresto per un massimo di un anno oltre a delle multe molto salate.

Eppure la “tradizione” prevede uno sgozzamento in cui l’animale, cosa atroce, resta vigile e cosciente mentre muore dissanguato.

Forse tale barbarie può essere considerata normale nel mondo islamico, ma in Italia, fino a prova contraria, vige ancora la civiltà occidentale e gli italiani inorridiscono al pensiero di tale sofferenza gratuita arrecata agli animali.

Sarà interessante vedere come il Governo si comporterà sia di fronte alle eventuali violazioni di legge in materia di benessere degli animali che a cospetto dei vasti assembramenti di preghiera che ci si aspetta nelle pubbliche piazze.

Vedremo i droni volare?

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Ulderico de Laurentiis
Ulderico de Laurentiishttp://www.uldericodelaurentiis.it
Direttore Responsabile de "La Voce del Patriota".

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