L’assoluzione pronunciata dalla Corte Suprema pakistana di Asia Bibi, la donna cristiana detenuta nel braccio della morte dal 2010 con l’accusa di blasfemia, non è stata accolta con favore dagli integralisti islamici. Di contro, la liberazione di Asia, 47 anni, avvenuta pare subito dopo il pronunciamento della corte avrebbe visto addirittura scene di giubilo tra i suoi sostenitori, che in questi anni difficili non l’avevano mai abbandonata. Una delle figlie ha definito “il momento più bello della sua vita” quello in cui ha ascoltato la sentenza che finalmente sottraeva sua madre alla forca.
Naturalmente, la questione non è finita qui, e saranno ancora lunghi gli strascichi destinata a lasciare dietro di sé. Basti dire che gli integralisti islamici si sono detti indignati al punto di chiedere l’uccisione dei tre giudici che si sono pronunciati a favore di Asia, il rovesciamento del governo e la sostituzione dello stesso con una giunta militare. Praticamente una rivoluzione, e solo perché questa donna, madre di 4 figli, era stata arrestata nel 2009 dopo che i vicini di casa l’avevano accusata di aver insultato il profeta Maometto durante una discussione. Condannata a morte l’anno successivo, il caso di Asia fece scalpore anche in Pakistan anche perché praticamente tutti i politici che si sono espressi a suo favore negli anni, sono stati poi regolarmente assassinati, e il caso ha focalizzato l’attenzione di tutto il mondo sulle leggi draconiane sulla blasfemia adottate da certi paesi musulmani.
All’atto dell’assoluzione, durante la lettura del verdetto, molti dei presenti sono esplosi in urla di gioia. I sostenitori hanno celebrato la vittoria. “Voglio abbracciare mia madre e poi festeggiare con la mia famiglia. Sono grato a Dio per aver ascoltato le nostre preghiere “, ha detto in una dichiarazione un’altra delle figlie di Asia, Eisham Ashiq. L’avvocato della Bibi, Saiful Malook, ha dichiarato: “Finalmente ce l’abbiamo fatta. La famiglia ha sofferto tantissimo e ha vissuto momenti difficilissimi ma quando ho visto Asia l’ultima volta lei era come sempre, serena e determinata al punto di dirmi: ‘non ho fatto nulla di male o sbagliato, e vinceremo’.”
Tutto questo, però, non ha fatto altro che dare il via a violente sommosse da parte dei gruppi islamisti, che non si rassegnano alla sconfitta e che volevano a tutti i costi che Asia Bibi venisse impiccata. La polizia ha dovuto fronteggiare i manifestanti in assetto antisommossa, e si sono contati feriti in entrambi gli schieramenti mentre Pir Muhammad Afzal Qadri, presidente del partito Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), infiammava gli animi con le sue esternazioni: “Tutti e tre i giudici dovrebbero essere impiccati e il governo di Imran Khan dovrebbe essere rovesciato. Chiediamo ai manifestanti di rispondere alla nostra chiamata da ogni parte del paese”, sono le sue parole che invitano addirittura a una rivoluzione.
Silenzio invece da parte del governo di Kham. Il primo ministro è in oggettiva difficoltà. Infatti, in campagna elettorale era stato un sostenitore delle leggi sulla blasfemia per ottenere anche i voti conservatori, ora quindi potrebbe difficilmente parlare contro chi chiede la morte di Asia.
Alla luce della situazione, è normale che non vi siano notizie certe su dove si trovi in questo momento Asia, se ancora nella prigione di Multan, protetta a vista nell’attesa di essere spostata in sicurezza, o addirittura già fuori dell’India, in un paese che resterà un mistero per permettere alla donna e alla sua famiglia che, certo, non potrebbero continuare a vivere.