La fallimentare gestione del supercommissario Arcuri delle numerose questioni che a lui fanno capo è ormai sotto gli occhi di tutti. Chi lo ha in passato sostenuto ora non sembra esitare nel volerlo scaricare, ma questo anche a causa del vecchio vizio italico di genuflettersi davanti al nuovo potente (leggasi Draghi). Al di là delle questioni meramente politiche, c’è in corso però anche un’indagine della magistratura e, ogni giorno, emergono nuovi e sconcertanti particolari.
Tra le vicende maggiormente attenzionate c’è la commessa da oltre un miliardo di euro ad aziende cinesi per la fornitura di mascherine. Si tratta di oltre 800 milioni di pezzi, che il supercommissario sarebbe stato in grado di ottenere grazie alla mediazione di Mario Benotti. Chi sarà mai costui? Formalmente un giornalista RAI in aspettativa, sostanzialmente un faccendiere che ha lucrato ben 12 milioni di euro per il suo ruolo di mediatore in questa vicenda. Il tutto in piena emergenza Covid, con il Governo che, da un lato, chiudeva le attività commerciali e imprenditoriali, mentre dall’altro permetteva che la gestione del commissario all’emergenza fosse senza controllo e si avvalesse di personaggi quantomeno opachi.
Ma se Mario Benotti risulta essere uno sconosciuto ai più, certamente questa affermazione non trova riscontro nelle segrete stanze del Partito Democratico, dove evidentemente il faccendiere è di casa. Dalle precedenti esperienze vantate e presenti nel suo curriculum, possiamo infatti verificare quanto Benotti risulti organico alla sinistra e, in particolare, al PD, come dimostrano le numerose consulenze svolte negli anni: a Sandro Gozi, Sottosegretario con delega agli affari europei, al Ministro del lavoro Giuliano Poletti, al Ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, quest’ultima addirittura nella veste di consulente giuridico. Tutti incarichi presso istituzioni guidate da uomini del PD, che si sono a più riprese avvalsi della collaborazione di Benotti, evidentemente tanto addentrato in alcune dinamiche (di partito e non) da essere in grado di ricoprire con disinvoltura diversi ruoli. Ruoli, peraltro, rivestiti pur essendo sprovvisto di adeguati titoli professionali, come dimostrato anche recentemente da inchieste televisive che hanno portato alla luce la falsità della laurea esibita nel CV. Proprio a tal riguardo, Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare a prima firma del sen. Fazzolari, per sapere come sia possibile che ministri della repubblica si siano avvalsi della consulenza di un simile personaggio, senza effettuare alcuna verifica sulle competenze e sui titoli, permettendogli financo l’accesso a informazioni sensibili e a dossier rilevanti.
Ora la vicenda, con le ipotesi di reato che in realtà sembrano emergere nella vicenda mascherine, sta assumendo contorni che vanno oltre la semplice esibizione di un falso CV. Cosa che, in ogni caso, non si ferma solamente all’inopportunità, essendo anche illegittimo l’affidamento di un incarico di consulente giuridico presso l’Ufficio di Gabinetto di un Ministro.
Una torbida vicenda e un silenzio troppo lungo e sospetto. Sarebbe spiacevole dover constatare, ancora una volta, che il tutto sia dovuto esclusivamente alla vicinanza di Benotti con il sistema di potere legato alla sinistra e al PD.