Scuola, i presidi: mancano dispositivi di ventilazione meccanica (che propone FdI)

Primo giorno di scuola senza mascherine per milioni di studenti italiani. Una conquista per i ragazzi dopo due anni di restrizioni imposte dal Covid. Ma il futuro resta incerto. Anche perché per mettere le scuole in sicurezza dal punto di vista sanitario non è stato fatto granché. A sottolinearlo è il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Gianelli, che ai microfoni di La7 ha denunciato la mancanza di dispositivi di ventilazione meccanica controllata negli istituti. “Sarebbe stato necessario installarli in tutte le aule”, ha affermato il rappresentante dei dirigenti scolastici. “Lo Stato – ha aggiunto – avrebbe dovuto erogare fondi agli enti locali che avrebbero dovuto fare lavori in tutte le scuole, magari nel periodo estivo. La verità è che si tratta di interventi che andrebbero programmati con un anticipo di anni. Per questo la politica ha deciso di lasciar perdere”.

Eppure questo tipo di impianti consentirebbero anche di ridurre la dispersione di calore e quindi risparmiare sul riscaldamento, ora che, con il Covid che fa meno paura, a minacciare l’anno scolastico è invece lo spettro dei razionamenti energetici. “Il problema numero uno che non è stato ancora risolto è quello dell’aerazione. Un sistema efficiente di aerazione costa tra i due e i quattromila euro per classe, una spesa ad oggi insostenibile. Ci dicono allora che è necessario aprire le finestre ma a questo punto, in inverno, la soluzione di un problema ne comporterà un altro: le temperature si abbasseranno e sarà più difficile ridurre i costi del riscaldamento”, spiega Mario Rusconi, presidente dell’Anp di Roma e del Lazio a Repubblica.

L’installazione di sistemi di ventilazione meccanica era stata sollecitata anche da diversi esperti, come il matematico Marco Roccetti, professore di Scienza dei dati all’Università di Bologna. “La scienza praticamente unanime consiglia di adottare sistemi di ricambio d’aria nelle scuole contro il Covid-19. Eppure l’Italia al terzo anno che fa? Niente. Assistiamo al solito balletto di responsabilità e prepara milioni di studenti al terzo giro di giostra senza alcun tipo di precauzione”, denunciava intervistato dall’Adnkronos. Ormai anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la ventilazione tra i principali strumenti nella lotta al virus, raccomandandone l’utilizzo negli ambienti chiusi per frenare la trasmissione.

In Italia le Marche del governatore Francesco Acquaroli, di Fratelli d’Italia, sono state la prima ed unica regione ad investire in questa tecnologia, stanziando nel febbraio del 2021 9 milioni di euro per l’acquisto di impianti di ventilazione meccanica controllata da installare in 323 scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo era quello di evitare il più possibile il ricorso alla didattica a distanza, limitando la diffusione del virus all’interno delle aule scolastiche. Una scommessa vinta, come dimostrano i risultati di uno studio condotto dalla Fondazione Hume in collaborazione con la Regione nel periodo compreso fra settembre del 2021 e gennaio del 2022 su 10.441 classi marchigiane, di cui 316 dotate di impianti di ventilazione meccanica controllata e 10.125 senza alcun tipo di meccanismo per il ricambio dell’aria.

Dalle conclusioni, pubblicate lo scorso marzo, è emerso come con un numero medio di 2,4 ricambi l’ora si riduce la possibilità di contagio del 40%. Portando il numero dei ricambi/ora a 4 la probabilità di infezione da Sars Cov-2 diventa del 66,8 per cento, mentre salendo a 6 ricambi/ora e quindi spingendo al massimo il livello di ricircolo dell’aria, il rischio contagio viene abbattuto dell’82 per cento.

Utilizzando la ventilazione meccanica controllata nelle scuole, desumono quindi i ricercatori, “si potrebbe passare da un tasso di incidenza di 250 su 100.000 (soglia di rischio individuata dal Ministero) a un tasso di 50 su 100.000 con l’abbattimento di massimo di efficacia”.

Un risultato che ha spinto Fratelli d’Italia a proporre di rendere strutturale l’installazione di questo tipo di impianti, non soltanto negli istituti scolastici ma anche negli uffici, per ridurre al minimo l’incidenza dei casi e rendere davvero efficace la lotta al Covid.

Una sanità al servizio della persona

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