Il tragico epilogo di Capitol Hill ha dato alle elìte globaliste una spinta autoritaria e liberticida come non si era mai vista prima. In questi giorni e in queste ore con la sospensione a tempo indeterminato degli account social del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tuttora in carica, stiamo assistendo al più grande attacco alla libertà di espressione che sia mai avvenuto nei tempi recenti.
Le cosiddette Big Tech come Facebook, Twitter, Google, Apple, insieme ad altri partner e concorrenti si stanno ergendo a padroni della parola e guardiani del pensiero unico, armati di una sfrontatezza inaudita, passando sopra alle costituzioni degli stati sovrani come se fossero carta straccia, calpestando uno dei più sacri diritti dell’uomo: la libertà.
Libertà di parola come quella tolta non solo a Trump, ma anche a molti suoi sodali, in una lista di proscrizione che si allunga di ora in ora. Ma attenzione perchè quello che sta accadendo oltreoceano riguarda tutti noi, già privati delle nostre libertà più elementari dal lockdown causa virus cinese. Non è un affare U.S.A. e non è una cosa per cui “Trump se l’è cercata”; sarebbe un crimine contro noi stessi pensare ciò.
Colpirne uno per educarne cento… è questo il chiaro intento dei monopolisti dei social media. Presto la stessa sorte potrà toccare a chiunque non si allinei ai diktat orwelliani dei “democratici”, è evidente.
Tuttavia è in momenti come questo, quando la tirannide getta la maschera ed inizia a presentarsi in tutta la sua ferocia, che le azioni contano di più e si fanno simbolo di lotta.
Per questo, ma non solo per questo, da oggi la nostra “nave corsara” accoglie a bordo la satira di Pubble. Lanciamo così la sfida alla censura, contro la tirannia dei padroni del discorso. Sfida alimentata da una sana follia: quella delle donne e degli uomini liberi, certi che se non ci arrenderemo ai soprusi dei globalisti, se combatteremo uniti per difendere i nostri diritti, saremo sempre più un solo popolo, un solo movimento di patrioti, sotto una sola bandiera.
Anzi, per dirla con le parole di Pubble: “Eppure come tutti i pazzi che camminano scalzi e cantano, in un mondo che li guarda come estranei, ci sta qualcuno che si riconosce in quello che il pazzo dice. E così Pubble con l’assenza di buone maniere e l’arroganza di chi è libero, vuole dire le cose come le pensa convinta che se anche dicesse boiate avrebbe tutto il diritto di dirle come chiunque altro in questo mondo. Pubble non ha altro obiettivo se non far pensare, mettere il dubbio e condividere fardelli emotivi e riflessivi con chiunque abbia voglia di carpirli”.