La salma del comandante militare iraniano Qassem Soleimani, che è stato ucciso in Iraq in una operazione militare degli Stati Uniti, è rientrato in Iraq domenica mattina. Soleimani, l’artefice delle operazioni clandestine all’estero di Teheran in quanto capo della Quds Force delle Guardie Rivoluzionarie, è stato ucciso venerdì in un attacco di droni statunitensi al convoglio che scortava il generale all’aeroporto di Baghdad.
A seguito di enorme impressione suscitata in patria dall’attentato, e alle impressionanti marce funebri in Iraq che hanno coinvolto milioni di persone, il corpo di Soemani è stato trasportato in aereo nella città di Ahvaz, nel sud-ovest dell’Iran. Un video dei fatti mostra una bara avvolta in una bandiera iraniana che viene scaricata da un aereo mentre una banda militare suona e la folla canta rabbiosamente “Death to America”.
Intanto, l’Iran ha reiterato le sue ultime minacce di ritorsioni sabato, quando il comandante delle guardie rivoluzionarie Hossein Salami ha promesso “una vendetta strategica che metterà definitivamente fine alla presenza degli Stati Uniti nella regione”, aggiungendo anche che “se i militari americani vogliono continuare a vivere, devono lasciare le loro basi e tornarsene a casa”. Sulla scorta di questa situazione carica di tensione, anche da parte dell’Italia sono state prese alcune ulteriori cautele, tipo sospendere momentaneamente le operazioni di addestramento dei militari iracheni, preferendo in questa fase che i nostri contingenti rimangano all’interno delle basi ad un livello di attenzione portato al massimo livello.
Di contro, con l’aumentare delle tensioni, la Gran Bretagna ha spostato due navi da guerra per accompagnare le petroliere battenti bandiera britannica nel Golfo e a più di 400 soldati che addestrano le forze locali è stato ordinato di abbandonare i compiti e passare alla “protezione delle forze” e alla sorveglianza di diplomatici e beni britannici.
Ai soldati verranno consegnate armi più pesanti ed è stato ordinato loro di spostarsi da otto piccole basi in Iraq a grandi compound controllati dagli Stati Uniti, anche se questi luoghi sono a rischio di ritorsioni dopo che un funzionario iraniano ha detto che 35 obiettivi statunitensi nella regione erano già stati identificati.
Nella regione si trova anche un sottomarino a propulsione nucleare della Royal Navy armato di missili da crociera Tomahawk, che è in grado di colpire se la tensioni lasciasse il posto alla guerra. Il tomahawk da 20 piedi, per chi non lo sapesse, trasporta una testata da guerra esplosiva dal peso di 1.000 libbre, ha un’autonomia di 1.550 miglia mentre viaggia a velocità di 550 miglia all’ora, portando con sé il potere di distruggere un edificio.
Così, mentre le truppe occidentali aumentano il livello di sicurezza e sono in posizione di massima allerta, Il presidente Donald Trump ha a sua volta minacciato chiunque si facesse venire in mente di voler attaccare gli interessi americani nella regione promettendo eventuali massicce ritorsioni. “Ci hanno attaccato e noi abbiamo risposto”, ha detto Trump riferendosi alla tempesta di droni su Soleimani, che ha seguito gli assalti all’ambasciata americana a Baghdad da parte di miliziani filo-iraniani.