Sì, parliamo di Bibbiano

Da due giorni assistiamo alle “ola” di alcuni giornalisti e diversi esponenti di PD e Terzo Polo (tra i quali, va detto, non c’è Elly Schlein, che si costituì parte civile con la Regione Emilia Romagna) che, tutt’a un tratto, hanno ritrovato il sorriso dopo la scoppola delle elezioni amministrative. A cosa sarà mai dovuto cotanto entusiasmo? All’elaborazione di quella visione dell’Italia smarrita da oltre un decennio? Alla ritrovata unità delle opposizioni? All’approvazione di una loro importante proposta di legge? Figuriamoci.

Il giubilo di queste ore scaturisce dall’assoluzione in secondo grado «per insufficienza di prove» di Claudio Foti da un solo episodio del processo di Reggio Emilia relativo ai fatti Bibbiano, che invece continua per gli altri 17 imputati sui quali pendono circa 100 capi d’imputazione con 155 testimoni, intercettazioni e, soprattutto, i fatti emersi delle indagini.

Vediamone alcuni:

  • Tanto per cominciare, il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti era – a detta del Gip – «pienamente consapevole della totale illiceità del sistema descritto e della assenza di qualunque forma di procedura ad evidenza pubblica volta all’affidamento del servizio pubblico di psicoterapia a soggetti privati»;
  • Oggi, tutti i bambini coinvolti nell’inchiesta ribattezzata “Angeli e demoni” sono stati riaffidati alle famiglie naturali smentendo – peraltro – chi affermava che gli affidamenti andassero rifatti;
  • In almeno due casi, i bambini tolti alle famiglie hanno subito violenze di carattere sessuale nelle famiglie affidatarie;
  • Uno dei minori coinvolti è stato dato in affido alla ex compagna di Federica Anghinolfi, ex responsabile dei Servizi sociali dell’Unione;

Parliamo di reati (contestati) quali il maltrattamento di minori, l’abuso d’ufficio, la frode processuale, il depistaggio, lesioni gravissime, la violenza privata, il falso in atto pubblico, la tentata estorsione e il peculato d’uso. Un vero e proprio sistema atto a strappare indebitamente i bambini alle loro famiglie naturali, insomma.

Eppure, secondo alcuni illuminati esponenti politici e del mondo dell’informazione, oggi dovremmo «chiedere scusa» perché ci siamo indignati e abbiamo difeso quei poveri bambini da chi ne ha abusato arrivando addirittura ad utilizzare il potere di cui disponeva per plagiarli e toglierli al loro nucleo famigliare, mentre i fatti dicono che tutti i bambini dati in affido in base alle perizie realizzate da Foti e dai suoi collaboratori sono tornati alle famiglie naturali e che i loro genitori sono stati assolti dalle accuse di abusi e violenze.

Ciò detto, i giudici hanno il compito di stabilire se e in quale misura questi fatti siano rilevanti dal punto di vista penale ma, comunque vada a finire, anche un’eventuale sentenza di assoluzione non avrà certo il potere di cancellare i traumi, le sofferenze e gli abusi patiti da quei poveri bambini, dalle mamme e dai papà.

Prima di parlare di Bibbiano sarebbe necessario fare un bel respiro, socchiudere gli occhi, e pensare che si tratta di bambini strappati alle proprie famiglie. Non dico tanto, ma almeno rifletteteci per qualche secondo e, se nemmeno questo riesce a chiudervi la vena della partigianeria, allora provate a immedesimarvi in un padre o una madre a cui hanno portato via ingiustamente il figlio e poi diteci, in tutta onestà, chi secondo voi dovrebbe chiedere scusa.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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