Sicurezza alimentare: cosa c’è dietro ai cibi a base di insetti

Negli ultimi giorni il governo Meloni ha approvato quattro decreti riguardo la farina derivante da grillo, locusta migratoria, larva della farina e larva del verme minore e il relativo uso e commercio.

Questa decisione è stata adottata in virtù del fatto che la tematica è già ampiamente diffusa e necessita di una risposta che si basi sulle esigenze dello specifico territorio e dello specifico popolo a cui si rivolge.

Per comprendere appieno come si sia arrivati a queste misure occorre preliminarmente fornire un quadro generale della situazione che collega il cibo agli insetti.

Innanzitutto, bisogna ricordare che esiste l’entomofagia, ovvero un regime alimentare che vede gli insetti come alimento, pratica diffusa in diversi luoghi del mondo, in particolare Africa, in Asia e in America Centrale.

In realtà, anche in Occidente si potrebbe dire che si mangiano gli insetti, anche se in maniera più o meno inconsapevolmente. Infatti, questi sono ad esempio utilizzati per la preparazione di specifici alimenti (che in realtà sono del tutto comuni sulle nostre tavole, come ad esempio spritz, yogurt alla fragola o ai frutti di bosco, succo d’arancia rosso, caramelle gommose, che assumono la loro colorazione caratteristica proprio da colorante rosso ottenuto dall’essicazione di un insetto), anche se i consumatori spesso non ne sono a conoscenza per via di una etichettatura non trasparente. Inoltre è ben noto, e confermato da studi ufficiali, che in media “ogni anno il consumo inconsapevole di insetti si aggira sui 500 gr”, e dunque per la legge italiana gli insetti sono “contaminanti alimentari comuni” e perciò tollerati nell’industria alimentare, entro certe soglie.

Ma ingerire insetti, in modo quasi inconsapevole e in quantità praticamente impercettibile, è ben diverso dall’adottare un regime alimentare basato su prodotti realizzati quasi interamente con gli insetti.

Questa moda di inserire i cosiddetti novel food nella nostra dieta ha delle radici lontane, sia nel tempo che nello spazio.

La Fao, nel 2013, ha diffuso il programma Edible insects, con l’obiettivo di promuovere l’uso degli insetti commestibili per l’alimentazione umana e la produzione di mangimi, perché secondo l’Organizzazione “in Occidente, il consumo di insetti è troppo poco sfruttato.” Ed è proprio su queste basi che nel 2021 la Fao ha diffuso un nuovo rapporto dal titolo Looking at edible insects from a food safety perspective, nel quale, oltre ad essere rappresentati i benefici nutrizionali di questa fonte alimentare, si prospetta già un passaggio ulteriore: ossia, l’allevamento di insetti. Ma, è bene sottolinearlo, sempre nello stesso rapporto viene sottolineata la pericolosità degli insetti commestibili, dal punto di vista chimico e microbiologico.

Negli Stati Uniti, invece, la Food and Drug Administration (o FDA) consente già da diversi anni la vendita di alimenti a base di insetti. Va sottolineato che la FDA è la stessa realtà che appoggia fortemente la produzione e diffusione della cosiddetta fake meat, attorno alla quale c’è un giro di affari da miliardi di dollari.

È stato dunque anche in virtù di tutto ciò che l’Unione Europea ha deciso di dare il via libera alla produzione e commercializzazione di cibo realizzato con gli insetti. In questo modo, anche tutti gli Stati membri hanno dovuto recepire il regolamento europeo e adeguarsi per rispettarne il contenuto.

Fermo restando che la libertà di ognuno debba essere tutelata, e che dunque in questo caso ognuno debba essere libero di mangiare ciò che vuole, il Governo Meloni – con i decreti approvati – ha creduto fosse fondamentale, prima di tutto, tutelare la salute dei cittadini, che deve essere preservata e protetta. Ed è precisamente per questo motivo che sono stati adottati i quattro decreti interministeriali che intendono regolamentare in maniera puntuale e decisa l’immissione nel mercato di prodotti ancora oggi sconosciuti, soprattutto per quanto riguarda le possibili conseguenze che potrebbero avere sull’organismo umano nel lungo periodo.

La chiave per coniugare le indicazioni europee con le abitudini alimentari italiane è l’informazione. Bisogna rendere i cittadini pienamente consapevoli di ciò che acquistano e ciò che mangiano, e ad oggi lo strumento più idoneo è quello di una etichettatura chiara e trasparente, che tra l’altro sia immediatamente individuabile. Bisogna anche tutelare le imprese, in particolar modo quelle piccole e medie, che con una diffusione smodata e irragionevole di questi nuovi cibi vedrebbero il loro futuro in crisi più di quanto non lo sia oggi, a causa di tutte quelle multinazionali che occuperebbero una massiccia parte del mercato agroalimentare. È fondamentale sostenere le nostre imprese perché è proprio grazie al lavoro di tutti gli operatori del settore che oggi l’Italia può essere definita una vera e propria potenza alimentare a livello mondiale.

Dovendo necessariamente recepire una misura già approvata a livello di Unione Europea, l’Italia intende in ogni caso rimanere dalla parte dei cittadini, sostenendoli e proteggendoli. È per questo obiettivo che si è deciso di offrire loro uno strumento utile per ricevere una corretta informazione e offrendo dunque loro la possibilità di scegliere in maniera consapevole.

È fondamentale tutelare e proteggere la filiera agroalimentare italiana. Perché è proprio questo uno dei settori più ricchi della nostra economia, che garantisce lavoro a milioni di italiani. Ed è questo stesso settore il custode di una parte fondamentale della nostra storia, delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

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1 commento

  1. Chissà se i no vax sono pro insects? A parte gli scherzi, e nel rispetto dei gusti di ognuno, mi sembra che spingere verso il consumo alimentare degli insetti sia un segnale terribile della devastazione della natura da parte dell’uomo.
    Una volta le locuste distruggevano i campi, adesso gli uomini mangerebbero le locuste.
    L’uomo ha eliminato molte biodiversità, distrutto intere specie vegetali ed animali per nutrire la abnorme crescita numerica della popolazione, e adesso invece di richiamare al contenimento demografico si vuole distruggere altre specie finora intoccate, cioè persino gli insetti.
    Che ne sarà dell’equilibrio biologico? Abbiamo il precedente della moria di api che porta danni alla riproduzione delle piante, quando ci accorgeremo del danno della scomparsa dei grilli? Può far ridere, ma una volta sembrava utile anche il DDT.
    Fermatevi.
    Viva il pane e la pasta, viva l’insalata con il pomodoro.

    Con affetto

    A.

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