Le occupazioni sembrano essere il tallone di Achille della sinistra. Ma, piuttosto che nascondere il proprio punto debole, che consiste nel sostenere un’attività sostanzialmente illegale, la sinistra lo trasforma in qualcosa di cui andare fieri. L’occupazione di un immobile, o il suo avallo, morale e politico, sembra essere un requisito fondamentale per fare politica nei partiti di discendenza comunista, quelli che attuavano gli espropri proletari contro i padroni detentori delle ricchezze. Soltanto che, in questo caso, le occupazioni vanno a scapito di povera gente che, magari, era in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare ormai da anni, anche da decenni. I sinistri se ne infischiano e con un condono bello e buono legittimano l’impossessamento fuori legge dell’immobile, che viene consegnato quasi come se fosse un premio a chi, con sprezzo del pericolo, è entrato in una casa non sua e se ne è appropriato. Premio che si sostanzia, ad esempio, anche in termini economici, come il credito (chiamiamolo così) di 90mila euro concesso dall’Arera di cui ancora tutt’oggi gode Ilaria Salis, l’europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra. D’altronde, “non sempre ciò che è giusto corrisponde a ciò che è legale”.
A tutela degli occupanti
E infatti non sembra giusto che una persona che entra senza autorizzazione in quella casa, possa rimanervi senza troppe preoccupazioni. Non è giusto e non è neppure legale. Tuttavia, nostro malgrado, lo sta diventando. Pian piano, un passo alla volta, con le normative volute ed emanate dalle sinistre. Le occupazioni sembrano iniziare a godere di opinio iuris ac necessitatis, che sarebbe il requisito che porta una consuetudine ad avere valore normativo: tutti ne riconoscono la sua fondatezza giuridica e in virtù di questa, e della sua ripetitività nel tempo (in gergo, la diuturnitas), diventa legge. Le occupazioni difese dalla politica (ovviamente di sinistra). Sta avvenendo, ad esempio, a Roma, sotto la Giunta dell’immancabile Roberto Gualtieri che, piuttosto che velocizzare i lavori ancora in corso in tutta la città (che rendono la città un cantiere a cielo aperto), completamente in ritardo in vista del Giubileo, preferisce favorire chi occupa le case degli altri abusivamente. Il Comune di Roma, infatti, ha iniziato una strategia di acquisizione di immobili (l’obiettivo è raggiungere quota 2000) per rispondere alla forte crisi abitativa della Capitale, dove parecchie famiglie sono in graduatoria per un alloggio popolare anche da venti anni. Solo che, nel farlo, la Giunta capitolina non ha inteso sgomberare gli immobili occupati: anzi, una direttiva rilasciata proprio da Gualtieri permette agli occupanti di essere tutelati, vedendosi assegnare proprio l’immobile occupato. Alla faccia di chi, quell’immobile, lo attendeva da anni. Uno degli obiettivi del Comune di Roma, infatti, è proprio quello di ottenere gli alloggi occupati, ma senza sgomberarli. Nel Piano, si legge che sono ben accette le “unità immobiliari occupate, contenute nel Piano degli sgomberi”, lasciando agli occupanti la casa soltanto “laddove per situazione impreviste e imprevedibili si ritenesse legittimo e necessario, per problemi legati all’emergenza abitativa non diversamente superabili”.
Sinistra e case: un amore così grande
È dunque una ammissione di sconfitta dello Stato verso chi delinque. Ammissione che apre potenzialmente all’anarchia più totale: vince chi delinque, ottiene la casa chi la occupa, e non chi ne ha diritto. Sulla stessa scia si inseriscono anche le amministrazioni di Torino e di Bologna: la prima, già nota per aver “Legalizzato” il centro sociale Askatasuna, vuole vendere le case occupate o destinarle a uso sociale, mentre la seconda ha inteso legittimare l’occupazione di un immobile inventandosi un progetto di “autorecupero”, sicuramente più conveniente che cacciare fuori gli occupanti e doversene poi interessare. Ricapitolando, dunque: se la casa è tua, la sinistra vuole importi una patrimoniale; se la casa ti spetta, la si può occupare; se la casa non ti spetta e l’hai occupata, allora è tua. Case, occupazioni e sinistra: un amore così grande.
Ci sono 2 tipi di occupazioni:
Quelle hanno come obiettivo di occupare spazi, cioè ex fabbriche, magazzini, officine, etc, generalmente luoghi dismessi o abbandonati, in disuso da decenni e parzialmente diroccati, alienati da ex proprietari per fine ammortamento o usucapione, spesso ceduti gratis ai municipi a scopo di utilizzo ma poi mai presi in considerazione dai comuni.
Chi occupa gli spazi lo fa per creare luoghi dove poter spesso suonare, fare concerti e feste o aggregazione sociale giovanile e le sole persone che ci vivono stabilmente sono coloro che si fanno anche carico di rimettere a posto e mantenere il luogo in questione.
Addirittura a Torino c’è un antico asilo di infanzia abbandonato dalle suore verso la fine degli anni 70 e occupato a fine anni 80 da un collettivo di punk, che sono riusciti a spese loro a renderlo utilizzabile e le persone che lo abitano pagano le bollette di tutte le utenze di tasca loro.
Questo tipo di occupazione non è mai stata vista in modo favorevole dalla sinistra le cui giunte municipali hanno spesso tentato di farle sgombrare e i loro tentativi di infiltrazione politica sono sempre stati respinti, tanto è vero che la sinistra ha sempre cercato di creare dei propri spazi “autogestiti” e fintamente occupati (in realtà erano spazi di proprietà di persone a loro compiacenti che li davano in affitto calmierato…).
Comunque questo non è il tipo di occupazione che piace ai partiti di sinistra.
Invece l’altro tipo di occupazione è quella delle case popolari, non ha nessun carattere spontaneo e popolare, invece è gestita dai gruppi malavitosi, a volte al servizio di gruppi edilizi che hanno come obiettivo la svalutazione dei complessi abitativi per acquisirli a basso prezzo ed il tipo di occupazione che piace alla sinistra che ha occasione di prendere 2 piccioni con una fava: dare sostegno politico e sociale agli occupanti per recitare la parte dei difensori dei poveri e dall’altra parte ricevere sostegno dai gruppi che gestiscono gli affari edilizi in cambio di protezione giuridica e mediatica.
Le case popolari, occupate o no, generano comunque profitti ingenti, dato che la costruzione viene finanziata con soldi pubblici che vengono spesi in minima parte, dato che viene fatto tutto al risparmio, dalla manodopera ai materiali, e i soldi non spesi vengono ripartiti in tangenti e fondi neri.
Purtroppo questo aspetto non è solamente di gradimento della sinistra ma a quanto sembra anche dai loro “alleati” conservatori a Bruxelles o nostri “alleati” di governo in Italia.
Tanto sono della stessa forza alla fine.
Pazzesco, e’ un’incentivo ad occupare, tanto saranno sanati!!!!